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Video: A Pianosa i volontari trovano due tartarughine uccise da una rete

Preoccupante presenza nelle aree protette di attrezzi da pesca spiaggiati. Legambiente: bracconaggio attività banditesca, lucrosa e devastante per la biodiversità marina.

 

PIANOSA (Li) – I giovani volontari di Vele Spiegate di Legambiente e Diversamente Marinai che il 12 giugno erano impegnati nelle operazioni di pulizia e censimento dei rifiuti a Pianosa hanno trovato una sorpresa davvero brutta nella magnifica e selvaggia Cala dei Turchi: mentre cercavano di togliere un viluppo di reti da pesca dagli scogli si sono accorti che la matassa in realtà conteneva un piccolo esemplare di tartaruga marina Caretta caretta (ma gli animali uccisi dalle reti sono poi risultati essere due) in avanzato stato di decomposizione, del quale spuntava solo una pinna.

I giovanissimi volontari del Cigno Verde ci sono rimasti veramente male. «Questo ci fa molta rabbia – ha detto  una di loro – avremmo volute liberarle da quelle reti mortali, per ridar loro almeno un senso di libertà, ma le reti erano impossibili da rimuovere in alcun modo. Poi ci hanno detto che giustamente bisognava avvertire il Parco e la Capitaneria di Porto e lo ha fatto Legambiente Arcipelago Toscano».

Isa Tonso, che coordina per il Cigno Verde i volontari che ogni mattina cercano le tracce di un’eventuale deposizione di tartarughe su otto spiagge dell’Isola d’Elba, è preoccupata: «Si tratta di una notizia terribile, visto che il ritrovamento è avvenuto a poche miglia dalla spiaggia di Marina di Campo, dove la scorsa estate c’è stata la deposizione record – e fino ad allora la più a nord – di una tartaruga marina nel Mediterraneo, con 118 uova e 107 piccoli nati. Speriamo solo che non si tratti delle “nostre” tartarughine».

I ragazzi di Vele Spiegate sottolineano la preoccupante presenza a Cala dei Turchi di attrezzi da pesca spiaggiati, frutto probabilmente del bracconaggio nelle acque integralmente protette di Pianosa, un’attività banditesca, lucrosa e devastante per la biodiversità marina che però recentemente ha subito diversi colpi grazie all’intervento della Guardia di Finanza e a un maggior controllo delle telecamere del Parco Nazionale.

Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano

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