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A Pasqua le chiese di San Casciano diventano giardini con i Sepolcri delle vecce

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Da giovedì 6 al Lunedì dell’Angelo tappeti floreali, composizioni geometriche che danno vita alle vecce, simboli di rinascita.

 

Redazione
5 aprile 2023

SAN CASCIANO IN VAL DI PESA (Fi) – Lo spettacolo tradizionale delle vecce pasquali torna a fiorire e diffondere messaggi di rinascita nelle chiese storiche di San Casciano in Val di Pesa. Grazie all’impegno di alcuni volontari gli antichi luoghi di fede del centro storico – la chiesa del Suffragio, in via Roma e la Chiesa di Santa Maria sul Prato (Misericordia) in piazzetta Simone Martini – accoglieranno dal 6 al 10 aprile i quadri floreali e geometrici costruiti come fossero giardini simbolici che intrecciano colori e forme, segni del passaggio dalla morte alla rinascita di Gesù.

Gli ampi tappeti vegetali che accompagnano la settimana della Pasqua a San Casciano, tradizione in vita da oltre mezzo secolo, sono costituiti da vecce e grano misti a fiori e piante di stagione come gardenie, calle, margherite, begonie, ortensie, azalee, gerani.

Il Sepolcro delle Vecce è una tradizione tipica di San Casciano che gli abitanti non hanno mai abbandonato, nemmeno dopo il Concilio Ecumenico degli anni ’60 ai tempi di Papa Giovanni XXIII, quando la commemorazione cadde in disuso.
Nella chiesa di Santa Maria sul Prato (Misericordia) viene allestita una grande croce di grano con vecce di contorno, in quella di Santa Maria del Gesù (Suffragio) avviene il contrario: in primo piano la croce fatta con le vecce e il grano che, misto alle piante e ai fiori, fa da sfondo. In entrambe le chiese, oltre alla grande fiorita vengono esposti Gesù Nazareno e Madonna Addolorata mentre sull’altare trovano spazio i segni della passione: tunica, gallo, dadi, colonna e flagellazione, guanto del tradimento, scala della deposizione.

A San Casciano la tradizione vuole che la veccia venga seminata un mese prima, corrispondente alla terza domenica di Quaresima, e tenuta nelle cantine. Qui l’ambiente buio e umido e buio, in assenza di ossigeno e clorofilla, favorisce la nascita di quelle che poi si tramutano in una sorta di parrucche bianche usate per la commemorazione a scopo ornamentale ma anche simbolico-religioso. I fili bianchi rappresentano, infatti, la morte del Cristo e ad essi si contrappone il grano che diversamente indica la rinascita.

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