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Ad Altopascio un ostello tra gli scavi per i pellegrini della via Francigena

Hostal badia
A Badia Pozzeveri nell’ex canonica e nell’ex casa del colono dell’abbazia camaldolese di San Pietro è stata ricavata la Hostal Badia, una foresteria per accogliere chi viaggia a piedi.

 

ALTOPASCIO (Lu) – Da immobile abbandonato e degradato a nuova, spaziosa e funzionale foresteria per i pellegrini sulla via Francigena. È Hostal Badia, il nuovo approdo per coloro che percorrono a piedi l’antica via di pellegrinaggio, inaugurato sabato 7 settembre a Badia Pozzeveri nel territorio di Altopascio.
Qui nell’ex canonica e nell’ex casa del colono della chiesa abbaziale di San Pietro, all’interno di uno dei siti archeologici più importanti d’Italia, è stato ricavato un ostello che può accogliere fino a 21 persone.

La nuova foresteria, che sorge proprio lungo l’antico tracciato della Francigena andandosi ad aggiungersi all’Ospitale già attivo nel centro storico di Altopascio, è stata finanziata dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dal Comune di Altopascio.

La struttura sarà gestita da Iniziativa Turistica, ente del terzo settore dedicato al turismo sostenibile, sociale e solidale, che si è aggiudicato la manifestazione d’interesse aperta dal Comune nei mesi scorsi. L’ostello è pensato in primo luogo per i pellegrini, ma l’idea è di farlo diventare un luogo di ritrovo e di aggregazione anche per i cittadini.

Badia Pozzeveri, gli scavi archeologici e l’antica abbazia rappresentano un patrimonio unico – spiega il sindaco Sara D’Ambrosio – sia per la bellezza dell’area sia per la peculiarità dello scavo stesso, che si concentra soprattutto sui resti umani per ricavare informazioni fondamentali per la ricostruzione dello stile di vita della popolazione medievale toscana. La nostra volontà è di valorizzare quest’area in modo permanente” e “vorremmo anche creare un museo con i resti emersi in questi nove anni di scavi archeologici, far conoscere l’importanza di questo sito e poi riuscire a ottenere i fondi necessari per restaurare e riaprire l’antica Abbazia camaldolese, bellissima e preziosa”.

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