Attualità

Al via la terza fase di recupero delle ecoballe nel Golfo di Follonica

Marina militare_ecoballeFollonica
Foto Dipartimento della Protezione Civile
Marina Militare al lavoro con due navi, personale specializzato e tecnologie all’avanguardia. Finora investigata un’area di 130 km2, recuperate 15 tonnellate di rifiuti.

 

Marina militare_ecoballe FollonicaFOLLONICA (Gr) – Lunedì 19 ottobre è incominciata la terza fase delle operazioni di ricerca e recupero delle ecoballe disperse 5 anni fa dalla motonave Ivy nel Golfo di Follonica. Al lavoro due navi della Marina Militare e il personale specializzato.

Le prime due fasi

Riassumiamo: lo scorso 6 agosto sono iniziate le operazioni che hanno visto dapprima gli assetti specializzati della Marina Militare impegnati nella ricerca, localizzazione, identificazione e recupero di 12 ecoballe. A settembre ha preso il via la seconda fase: una mappatura dei fondali elaborata dai tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e delle Capitanerie di Porto.
Adesso il Comitato di Indirizzo coordinato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli ha dato via libera alla terza fase delle operazioni condotte dalla Marina Militare per la ricerca e il successivo recupero delle balle di combustibile solido secondario.

Come si svolgerà la terza fase

In questi giorni le operazioni si concentreranno sul recupero di un’ecoballa localizzata sui fondali a est dell’isola di Cerboli ma non recuperata ad agosto a causa delle difficoltà per le condizioni del fondale. Vi saranno impegnate la nave Anteo e il cacciamine Termoli con a bordo i palombari del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare, il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, oltre a mezzi e personale della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera.
In parallelo andrà avanti la verifica, attraverso un sottomarino a comando remoto (ROV), dei target individuati dalle precedenti ricerche per confermare, oppure poter ragionevolmente escludere, la presenza di ulteriori ecoballe.

I risultati ottenuti finora

Durante l’ultimo intervento in zona dei mezzi della Marina Militare, lo scorso agosto, le indagini hanno interessato un’area di oltre 20 km², triplicando l’estensione dell’area di ricerca originaria. Sono stati analizzati 51 contatti subacquei, di cui solo 13 erano ecoballe, mentre la maggior parte si sono poi rivelate rocce di forma e grandezza simile. Le successive ricerche, svolte da tecnici e ricercatori CNR e ISPRA con un sonar multibeam, hanno portato il totale delle aree investigate a circa 130 km².
Tutto questo ha consentito di recuperare ad oggi circa 15 tonnellate di rifiuti.

Fonte: Dipartimento della Protezione Civile

Tags