Agricoltura

Anche la coltivazione di nocciole ha un orientamento più green

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Ai Georgofili si è parlato di coltivazione del nocciolo in Italia. Non sono mancati interventi orientati alla riduzione degli input chimici ed energetici e alla concimazione minerale e organica.

 

FIRENZE – L’Italia è il secondo produttore al mondo di nocciole dopo la Turchia, ma le più importanti industrie italiane con produzioni a base di nocciola occupano un posto di eccellenza. A questa coltivazione l’Accademia dei Georgofili ha dedicato ieri la  giornata di studio Analisi e prospettive della coltivazione del nocciolo in Italia.  

Tra gli interventi quello di Simone Orlandini dell’Accademia dei Georgofili: “Anche il comparto produttivo del nocciolo sta seguendo un percorso di adozione di protocolli produttivi sostenibili. Questi vanno intesi nel senso più ampio, dalla riduzione degli input chimici ed energetici, fino al mantenimento degli equilibri biologici dell’agrosistema noccioleto. Per raggiungere questi obiettivi è essenziale iniziare dall’impianto, scegliendo gli areali che per caratteristiche pedoclimatiche risultano i più idonei, impiegando esclusivamente piante sane e certificate, assicurando sempre il drenaggio delle acque in eccesso e usando porta innesti non polloniferi che riducano il successivo uso di prodotti chimici”.

“La tecnica colturale deve porre particolare attenzione alla gestione del suolo, alla concimazione minerale e organica, all’adozione di mezzi di difesa integrata – ha concluso Orlandini -. Nel concetto di sostenibilità non bisogna trascurare il corretto uso dell’energia rinnovabile nelle fasi di lavorazione e la gestione degli scarti. I residui della nocciola potranno trovare impiego nella generazione di energia, mentre con i residui da potatura potrà essere prodotto compost da impiegare come ammendante organico nell’arboreto”.

La relazione di Daniela Farinelli dell’Università di Perugia ha mostrato quale siano le esigenze pedoclimatiche del nocciolo, illustrando poi quali possono essere i principali fattori di stress, concentrando l’attenzione su quelli che possono maggiormente compromettere la quantità e la qualità delle produzioni di nocciole in Italia. Il tutto alla luce dei cambiamenti climatici caratterizzati da eventi estremi o anomali per la stagione e della comparsa di nuovi insetti. Nella seconda parte, la relazione ha illustrato alcuni metodi di difesa a basso impatto ambientale, riportando risultati di recenti sperimentazioni su come ridurre soprattutto l’effetto degli stress estivi, oltre a suggerire metodi di difesa dai principali insetti della coltura.

Fonte: Accademia dei Georgofili

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