Inquinamento

Area vivaistica pistoiese, via libera al monitoraggio dell’inquinamento

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Approvato il progetto pubblico “Vivai e Salute” sul monitoraggio dell’aria, dei pesticidi in prossimità delle aree vivaistiche e della salute dei residenti.

 

PISTOIA – La Regione Toscana (assessorato Diritti di cittadinanza e coesione sociale) e l’Ausl Toscana Centro hanno approvato il progetto “Vivai e Salute” che sarà sviluppato nel triennio 2020-2022 .
Le azioni previste, in collaborazione con Arpat, Ispro (Istituto per lo studio la prevenzione e la rete regionale oncologica) e Ars (Agenzia regionale di Sanità della Toscana) hanno come oggetto il monitoraggio della qualità dell’aria nelle abitazioni, la misurazione dei residui di pesticidi in frutta e verdura negli orti in prossimità dei vivai e la valutazione di impatto sulla salute dei residenti.

Per quanto riguarda la qualità dell’acqua destinata al consumo umano sarà fatta, spiega una nota dell’Asl Toscana Centro, una revisione critica dei dati disponibili da tutte le fonti (Igiene Pubblica Ausl, Arpat e gestore dell’acquedotto) insieme alla valutazione della collocazione dei pozzi privati (in collaborazione con il Genio Civile) in rapporto alla distribuzione dei vivai.

“Nel progetto – spiega Francesco Cipriani, direttore della struttura di Epidemiologia – è compresa anche la valutazione della salute degli addetti alla attività vivaistiche con uno studio epidemiologico di coorte retrospettivo, per valutare i rischi in base al grado e alla durata di esposizione. Con la collaborazione dei medici e delle associazioni di categoria del comparto florovivaistico pistoiese sarà fatta una rivalutazione dei documenti di valutazione del rischio disponibili in ogni azienda vivaistica”.

L’art.19 del Decreto legislativo 150/2012 stabilisce che “Gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, a partire dal 1 gennaio 2014, applicano i principi generali della difesa integrata obbligatoria …” e ammette il ricorso, non in via prioritaria, all’ uso di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio per la salute umana e per l’ambiente“. Ogni azienda con personale dipendente è tenuta dunque alla redazione del DUVRI, il documento di valutazione dei rischi, che riguarda esclusivamente la gestione dei rischi fra la ditta committente e quella appaltatrice e non si applica ai rischi per la popolazione.

Il Regolamento di attuazione del Decreto Legislativo 150/2012, il cosiddetto PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), definisce invece  in quali casi e con quali modalità gli utilizzatori sono tenuti a informare o segnalare l’effettuazione del trattamento alle persone che potrebbero essere esposte al rischio di dispersione dei prodotti irrorati.

“La contaminazione dell’acqua di pozzi – aggiunge Paola Picciolli, responsabile della struttura di Igiene Pubblica e della Nutrizione dell’area pistoiese – è un’evenienza possibile a fronte di trattamenti chimici condotti non rispettando le buone prassi e i divieti. L’elevato numero di pozzi presenti, e in particolare quelli non censiti e non autocontrollati, può rappresentare un fattore di rischio. Recentemente abbiamo avuto un caso di contaminazione della falda dovuto allo sversamento accidentale di una miscela di fitofarmaci in un pozzo, per il quale è stato avviato un procedimento di bonifica a carico del responsabile”.

In attesa che il progetto “Vivai e salute” produca risultati, il consiglio per chi vive in queste zone è di non prelevare acqua per uso umano da pozzi non autorizzati a questo scopo e non controllati dai proprietari, che sarebbero obbligati a farlo.

Fonte: Asl Toscana Centro – Pistoia

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