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Ateneo di Firenze: i fiumi si possono salvare studiandone la geochimica

Ateneo di Firenze: i fiumi si possono salvare studiandone la geochimica. Una ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra ne studia i meccanismi che possono condurli a cambiamenti irreversibili.

Una ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra studia i meccanismi che possono condurli a cambiamenti irreversibili.

 

FIRENZE – Dall’acqua dei fiumi, quando è potabile, dipendono direttamente due miliardi di persone. Grazie a loro si può irrigare il 25% della produzione agricola globale e ogni anno vengono pescati almeno 12 milioni di tonnellate di pesci d’acqua dolce. Sono alcuni dei benefici sottolineati nel rapporto “Valuing Rivers” del Wwf nel 2018.

Le acque dei fiumi sono sistemi complessi e dinamici che cambiano la loro composizione chimica dalla sorgente alla foce e per proteggerle occorre prima di tutto capire come reagiscono dal punto di vista geochimico alle perturbazioni a cui vengono sottoposte. Da questo spunto è nato lo studio dell’unità di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze coordinata da Antonella Buccianti, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment.

Al centro dello studio e dell’approccio innovativo utilizzato dai ricercatori per studiare i bacini fluviali è il concetto di regime shift, cioè il cambiamento brusco e persistente nello stato di un sistema causato dal superamento di una soglia oltre la quale struttura, funzioni e processi che lo caratterizzano sono radicalmente modificati. “Le acque dei fiumi mettono in collegamento, tramite una serie di complesse interazioni, gli elementi del suolo, dell’acqua, dell’aria e dell’ambiente antropizzato – spiega Antonella Buccianti – e per questo rappresentano una “sentinella” dei cambiamenti ambientali, sia quelli di origine naturale che quelli causati dall’uomo”.

La sfida aperta dal nostro studio – aggiunge Caterina Gozzi, che ha sviluppato la ricerca durante il suo dottorato presso il Dipartimento di Scienze della Terra – è quella di scoprire, nonostante l’unicità di ogni bacino idrografico, possibili meccanismi universali che consentano di identificare delle soglie critiche oltre le quali si assiste a un cambiamento irreversibile nella geochimica delle acque. Il nostro approccio potrà essere il punto di partenza per ulteriori studi riguardanti l’analisi della resilienza dei fiumi ai cambiamenti ambientali naturali o indotti dalle attività umane”.

Fonte: Università di Firenze

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