Venerdì 9 maggio all’Accademia dei Georgofili i risultati del progetto Mulching+ che ha messo a punto teli biodegradabili che non inquinano il suolo.
di Gabriella Congedo
7 maggio 2025
FIRENZE – I teli da pacciamatura sono la principale causa di contaminazione da plastiche nei suoli agricoli. Capita spesso in campagna di trovarsi davanti a campi ricoperti da lunghe file di plastica scura dalle quali sbucano piantine di pomodori, fragole, melanzane o insalata. Sono i film per la pacciamatura, servono a prevenire la crescita delle infestanti e mantenere l’umidità del suolo. Sono a base di polietilene e funzionano benissimo. Smaltirli però è complicato e costoso e il più delle volte gli agricoltori li lasciano nel suolo. Sottoposti alle intemperie rilasciano nel terreno una grande quantità di materiale impossibile da rimuovere completamente.
Le alternative non inquinanti tuttavia ci sono, con eccellenze tutte italiane. È il caso del progetto MULCHING+, i cui risultati finali saranno presentati ufficialmente a Firenze nella sede dell’Accademia dei Georgofili venerdì 9 maggio alle ore 9.30.
La necessità di fronteggiare il degrado dei suoli dovuto all’inquinamento da plastica ha spinto i ricercatori a studiare nuovi tipi di film biodegradabili derivati da materiale biologico. Il progetto di ricerca scientifica MULCHING+ ha avuto l’obiettivo di preparare e testare sul campo film per la pacciamatura a base di polimeri biodegradabili derivati da cellulosa e chitosano e arricchiti di nutrienti (azoto e fosforo), in modo da ottenere un duplice beneficio: la totale biodegradazione dei teli nel suolo e l’apporto di nutrienti.
Mulching+ è stato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito dei progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN) bando 2020. Ci hanno lavorato l’Università di Palermo, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università di Ferrara in collaborazione con il CREA (Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente) di Firenze e l’Associazione Chimica Verde.
“Si stima che in Europa la superficie agricola coperta da teli pacciamanti rappresenti da quattro a sei volte quella interessata da strutture permanenti quali serre e tunnel – spiegano i ricercatori – con un impiego complessivo di circa 85mila tonnellate di plastica distribuita sui campi. In Italia lo sviluppo delle colture orticole di pieno campo interessa una superficie complessiva di poco più di 100.000 ettari con un crescente impiego di materiali plastici che, con i loro residui, minacciano la qualità ambientale e la salute dei sistemi biologici”.
Stando ai dati della Commissione europea le plastiche agricole rappresentano il 5% dei rifiuti plastici prodotti in Europa e ogni anno nei suoli dei Paesi comunitari vengono rilasciate circa 15mila tonnellate di microplastiche che derivano in gran parte dai teli di pacciamatura di polietilene non smaltiti in modo adeguato e abbandonati nei campi. I terreni agricoli sono pieni di frammenti di plastica, questi numeri impressionanti fanno capire che è arrivato il momento di cambiare rotta.
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