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Bioraffineria Eni di Stagno, chiesta la Valutazione di impatto sulla salute

La raffineria Eni di Livorno
La raffineria Eni di Livorno
La richiesta alla Regione Toscana da Sinistra per Collesalvetti: “Situazione già molto compromessa per la salute dei residenti confermata anche dal Ministero della Sanità”.

 

di Gabriella Congedo

COLLESALVETTI (Li) – Prima di andare avanti con il progetto della “bioraffineria” di ENI a Stagno si faccia una Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS).
La richiesta formale alla Regione Toscana viene dalla Sinistra di Collesalvetti, che a luglio aveva lanciato una petizione in cui si chiedeva che il progetto fosse preventivamente “illustrato e discusso nei minimi particolari con la popolazione, e che alla stessa sia dato il giusto tempo per discutere, elaborare e presentare osservazioni”.
Adesso, appunto, gli interessati hanno tempo fino all’11 di ottobre per presentare le loro osservazioni.

Una ‘bioraffineria’ per la produzione di bioetanolo, alimentata da scarti di rifiuti solidi urbani, è uno dei pilastri della nuova strategia regionale sui rifiuti: un impianto di ultima generazione al posto di quello di Case Passerini, dove confluiranno i rifiuti delle province di Firenze, Prato e Pistoia dopo essere stati trattati.

Si parla di quantità ingenti – circa 200 mila tonnellate all’anno – che dovranno essere spostate sull’area di Stagno. Da qui la scelta di Sinistra per Collesalvetti di chiedere la VIS “considerate le problematiche ambientali della frazione di Stagno e alla luce dei risultati del quinto Rapporto Sentieri”.
La zona rientra infatti tra i Siti contaminati di Interesse Nazionale, i famigerati SIN dove troviamo, tanto per farsi un’idea, Bagnoli, Taranto e Porto Marghera.

L’ultimo rapporto SENTIERI, studio epidemiologico promosso dal Ministero della Sanità, ha confermato in questo sito, spiegano all’unisono Sinistra per Collesalvetti e Isde – Medici per l’Ambiente, una situazione già molto compromessa circa la salute dei residenti: eccessi di mortalità per tumore del polmone, mesotelioma maligno e per asma, per cardiopatie ischemiche e patologie cerebrovascolari. Ancora più preoccupante la presenza di malformazioni congenite superiori alla media regionale del 43 per cento, secondo i dati pubblicati sull’organo ufficiale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (Epidemiol Prev 2019, 43 Suppl: 1_313).
La speranza di chi non vuole che si faccia il nuovo impianto, adesso, è di riuscire a bloccare il progetto con la forza dell’evidenza.

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