Lunedì 7 luglio la giornata di studio “Packaging e sostenibilità” organizzata dall’Accademia dei Georgofili e dai tecnologi alimentari (anche online).
Redazione
4 luglio 2025
FIRENZE – Gli imballaggi sono uno strumento di marketing importante, spesso però possono rivelare un atteggiamento poco coerente da parte di molti protagonisti del mercato, a partire da quelli biologici, che se da una parte sembrano praticare un business in sintonia con le istanze dell’ambiente dall’altra usano confezioni che finiscono nell’indifferenziato o non possono essere riciclate.
Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, insiste da anni sull’importanza di studiare confezioni che escano fuori dalla logica lineare delle fonti fossili: “Molti imballaggi sono un misto di plastica e cellulosa, o di plastica, cellulosa e alluminio ma troppe confezioni vanno a finire nell’indifferenziato perché nessun materiale prevale sugli altri e non sono riciclabili. I produttori dovrebbero dunque spendere meno in pubblicità e migliorare le confezioni”.
Molte confezioni rischiano di diventare pulp waste per via dello scarso grado di recupero. “Si dovrebbe investire in prodotti alla spina, con meno imballaggi, e quindi sullo sfuso valorizzando le produzioni locali e l’acquisto del fresco al banco senza imballaggi”. Le finestrine delle confezioni per vedere la merce si potrebbero sostituire con il vetro liquido o con la cellulosa, ad esempio.
Vero è che la plastica consente di conservare più a lungo e di proteggere i prodotti da contaminazioni di vario genere ma se ci sono materiali biodegradabili che possono sostituirla ben vengano. A questo proposito alcune università stanno facendo ricerca per trasformare gli scarti agro-alimentari, in particolare i resti di frutta, crostacei e legumi, in imballaggi biodegradabili. Tra queste l’Università di Pisa ha concentrato i propri sforzi sulla produzione di eco-imballaggi a base di chitosano ricavato dall’esoscheletro di insetti come la mosca soldato nera , una sostanza del tutto naturale e biodegradabile.
Sull’argomento lunedì 7 luglio alle 15 si svolgerà a Firenze la giornata di studio Packaging e sostenibilità organizzata dall’Accademia dei Georgofili (in presenza e on-line) e dal Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari. Il confezionamento rappresenta infatti un fattore determinante per garantire la sicurezza, la qualità, la conservabilità e la sostenibilità dei prodotti alimentari lungo tutta la filiera.
In questo scenario i tecnologi alimentari rivestono un ruolo chiave fungendo da ponte tra industria del cibo, industria Moca (materiali e oggetti al contatto con alimenti), marketing e consumatore e contribuendo in modo significativo allo sviluppo e alla validazione di soluzioni d’imballaggio innovative ed efficaci. Lo scopo di questo seminario è quello di fornire un momento di studio e di approfondimento per cercare di coniugare le esigenze industriali, quelle dei consumatori e del mondo della ricerca.
Tra i relatori ci saranno: Massimo Vincenzini, presidente Accademia dei Georgofili; Laura Mongiello, presidente del Consiglio dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari; Alessandra Fazio, presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio e Fondazione Carta Etica del Packaging; Serena Pironi, tecnologo alimentare; Gabriele Cardia, vice direttore di Federalimentare.
Aggiungi un commento