Opinioni Rinnovabili

Crisi climatica, la soluzione è nelle rinnovabili. Ma occorre fare in fretta

Crisi climatica, la soluzione è nelle rinnovabili. Ci restano solo due decenni per limitare i danni più drammatici.

Ci restano solo due decenni per limitare i danni più drammatici. Ma servono scelte impegnative, senza raccontarsi che ci sono altre vie.

 

di Mauro Romanelli, presidente associazione Ecolobby

La crisi climatica è il tema più incredibilmente complesso che l’umanità abbia mai affrontato. Senza banalizzarlo, è quindi necessario sintetizzarne gli aspetti principali.
Iniziamo a dividerlo in due parti, che proveremo poi a descrivere con pochi concetti chiave: il problema e la risposta.
Il problema lo ha chiarito definitivamente l’ultimo rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Che ci ha (ri)spiegato che siamo già da anni dentro uno sconvolgimento ecoclimatico violentissimo, che esso è colpa delle nostre attività produttive, che subiremo in ogni caso conseguenze pesanti, che però possiamo forse ancora limitare i danni più drammatici e che ciò dipende da cosa faremo nei prossimi due decenni.

Qui entra in scena la seconda parte: la risposta. Risposta, lo ripeto: si parla di risposta emergenziale per salvare la buccia entro fine secolo, non di soluzione definitiva.
La risposta è di una semplicità imbarazzante: si deve, in venti anni, cambiare il modello di produzione energetica, uscendo dalle fonti fossili (gas, carbone e petrolio) e transitando alle energie rinnovabili (sole, vento, idroelettrico).
Semplice e titanico al contempo dal punto di vista quantitativo, però assolutamente praticabile, oggi, se la politica ne avesse la consapevole volontà.

Si tratta, in Italia, di installare alcune migliaia di pale eoliche sui crinali dei nostri monti, altrettante in mare, di ricoprire i tetti, privati, pubblici, industriali, di pannelli fotovoltaici, infine di occupare meno dell’uno per cento delle aree agricole abbandonate sempre di pannelli fotovoltaici, magari con le nuove tecniche dell’agrivoltaico.
Poi batterie e bacini idroelettrici come stoccaggio, idrogeno verde per alcuni settori specifici, un po’ di biogas da agricoltura, discariche e reflui urbani, un contributo residuale dalla combustione di biomasse e dalla geotermia.
Bisogna volerlo, ma si può fare. Senza raccontarsi che ci sono altre vie.
No, il nucleare, non lo è.
No, piantare mille miliardi di alberi non lo è, anzi è pericoloso e poco serio.
E no, non si può fare soltanto l’eolico in mare e il fotovoltaico sui tetti: servono anche l’eolico sui crinali montani e il fotovoltaico a terra. Lo dicono i numeri, che non sono un’opinione.

È una transizione impegnativa, che comporta qualche sforzo politico e culturale, ma che non ha niente di drammatico. L’alternativa è uno schianto di proporzioni davvero inimmaginabili.
Dobbiamo scegliere se accettare subito le cose per come sono o se vogliamo continuare a raccontare a noi stessi che abbiamo più tempo dei pochi anni che ci lasciano gli scienziati, che con uno stile di vita più sobrio si può cavarsela con le microcomunità energetiche e i piccoli progetti (perché quelli grandi sono “il nuovo capitalismo da combattere”), che si può risolvere il problema piantando alberi e via dicendo.
Negazionismi freudiani, rifiuto del principio di realtà: l’atteggiamento che ci ha portato dove siamo oggi.
Abbiamo bisogno di un salto evolutivo, in lucidità e consapevolezza: “visualizzare” quel che serve, accettarlo, non svicolare, non cercare altre vie inesistenti, non auto-praticarci sconti e dilazioni.
E poi, semplicemente, farlo.

Mauro Romanelli

 

Mauro Romanelli – Laureato in Biologia, genetista, si è occupato anche di economia ambientale, è stato responsabile Istruzione dei Verdi italiani e segretario dei Verdi della Toscana, assessore provinciale e consigliere regionale.
Ha lavorato nel campo dell’assistenza alle persone con disabilità. Nel 2019 ha fondato l’Associazione Ecolobby.







1 Commento

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  • Partendo da un principio giusto non ho mai letto tante sciocchezze.

    Lobby – (dal dizionario) – Gruppo di persone legate da interessi comuni e in grado di esercitare pressioni sul potere politico per ottenere provvedimenti a proprio favore, specialmente in campo economico e finanziario.
    E aggiungo io CON I SOLDI DEGLI ALTRI perché questi investimenti li paghiamo noi in Bolletta e gli UTILI se li prendono loro.

    Nell’inchiesta pubblica appena fatta, a seguito di un progetto per la costruzione di un impianto eolico industriale sull’Appennino Mugellano che prevede 8 pale alte 170 metri e 100 ettari di territorio compromessi.
    I proponenti ci hanno detto che è inutile opporsi perché tanto loro costruiranno 8.000 km di pale eoliche sui crinali da Nord a Sud e questa affermazione la dice lunga su eventuali promesse della nostra classe politica.

    Ve lo immaginate il nostro bellissimo crinale riempito di pale eoliche e pannelli solari e il nostro ecosistema distrutto definitivamente e per cosa? Per far fare i soldi ai soliti noti e senza nessun beneficio diretto e indiretto.

    Si!!!! senza nessun beneficio perché dopo 20 anni di investimenti e migliaia di miliardi di Euro spesi dalle nostre tasche la Co2 Mondiale è fortemente aumentata
    Le maggiori Cause?
    1) Delocalizzazione delle industrie inquinanti dall’Europa in paesi con nessuna restrizione ambientale
    2) Le nazioni con il numero maggiore di emissioni nei fatti non hanno aderito a nessun trattato.

    Colgo questa occasione per fare un appello a tutti i Cittadini, dal Mugello alla Val di Sieve, dal Valdarno Fiorentino al Chianti, dal Casentino al Valdarno Aretino al fine di unire le nostre forze per una transizione ecologica ragionata, progettata, senza speculazioni che coinvolga la popolazione.

    NESSUNO è negazionista ma ci vogliono progetti seri e ragionati partendo dalle zone antropizzate che devono coinvolgere la popolazione con un ritorno diretto e totale sul territorio.

    Diffidate di chi si nasconde dietro l’ecologia quando non ha niente in comune con questa.