L’invenzione del team guidato da Annalisa Santucci inserita da un’importante piattaforma internazionale tra le 25 innovazioni più promettenti del 2025.
di Gabriella Congedo
26 gennaio 2025
SIENA – Chi l’avrebbe detto che da uno scarto, il riccio delle castagne del Monte Amiata, si potesse ottenere un composto con proprietà antibatteriche e antimicrobiche prezioso per la salute, un vero e proprio antibiotico naturale? Ci sono riusciti i ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università di Siena coordinati da Annalisa Santucci. Adesso la loro invenzione, che sta suscitando grande interesse, è stata inserita fra le “Top 25 Innovations for 2025”, le 25 tecnologie con le maggiori probabilità di un impatto su ricerca e sviluppo. Un riconoscimento che arriva dalla piattaforma internazionale Inpart, leader per la ricerca di partenariati scientifici.
“ChesnutExtract_Siena”, questo il nome della ricerca, è protetta da brevetto e aperta a collaborazioni con partner industriali per la produzione e la commercializzazione
Nel riccio di castagna un tesoro nascosto
L’estratto green del riccio di castagna si presta a svariati usi. Potrà essere impiegato come additivo conservante o antibatterico nella produzione di alimenti o mangimi, per sterilizzare imballaggi e materiali. Ma soprattutto l’estratto di riccio è in grado di potenziare gli effetti degli antibiotici, come la claritromicina e il metronidazolo, permettendo di abbassarne il dosaggio a livello sperimentale e in prospettiva di ridurre il fenomeno dell’antibiotico – resistenza. In particolare ha dimostrato un’efficace attività battericida verso un microrganismo (Helicobacter pylori) che colonizza lo stomaco umano e la cui infezione può causare una serie di patologie gastriche compreso il cancro.

L’invenzione del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Siena è stata finanziata con fondi europei dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana grazie a una sottomisura dedicata alla ricerca scientifica nella filiera agroalimentare. In questo caso si tratta di ricerca applicata che deve avere anche un riscontro commerciale. E infatti sono alcuni anni che i ricercatori dell’Ateneo senese stanno lavorando al recupero degli scarti agricoli con risultati importanti. “Da questa ricerca è nata una nuova realtà imprenditoriale e la ricerca nel nostro caso si è fatta impresa – spiega Annalisa Santucci – Abbiamo costituito uno spin-off universitario che si chiama Siena Bioactive dedicato alla bioeconomia, vale a dire all’utilizzo degli scarti”.
Che nei ricci di castagna ci fosse un tesoro nascosto i ricercatori già lo sapevano. Ora è stato fatto un passo ulteriore: “La pandemia da Covid-19 ci ha mostrato come l’umanità sia ancora fortemente aggredibile dai patogeni. Nel caso dei batteri c’è un problema farmacologico terapeutico riconosciuto da molti anni che è l’antibiotico-resistenza. Il nostro estratto va anche in questa direzione offrendo un’alternativa ecosostenibile agli antimicrobici sintetici”.
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