Urbanistica

Deregulation in vista per i progetti Pnrr in Toscana. Legambiente e Italia Nostra: inaccettabile

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Foto Legambiente Toscana

Le due associazioni contro la proposta di legge presentata da consiglieri di maggioranza: “Procedure di valutazione non sono complicazioni inutili”.

 

di Iacopo Ricci

No all’approvazione di una legge che sottrae i progetti PNRR della Toscana alle procedure di VIA e valutazione paesistica previste dall’attuale legislazione. Legambiente e Italia Nostra Firenze dichiarano guerra alla proposta di legge n. 92/2021 depositata qualche giorno fa in Consiglio Regionale da sedici consiglieri di maggioranza (Benucci, Ceccarelli, De Robertis, Bugetti, Giachi, Paris, Anselmi, Spadi, Pescini, Vannucci, Niccolai, Fratoni, Puppa, Rosignoli, Pieroni e Merlotti).

Nello specifico, viene proposto un automatismo per cui qualsiasi variante agli strumenti urbanistici vigenti relativa a un progetto PNRR può essere approvata speditamente e senza troppe complicazioni sulla base di un semplice studio di fattibilità e di una dichiarazione di pubblica utilità e indifferibilità dell’opera.
Lo scopo è quello di far presto per rispettare la scadenza insindacabile del 21 dicembre 2026 imposta dal Next Generation EU. Al prezzo, però, di un sostanziale azzeramento dei meccanismi di partecipazione e valutazione. Una scorciatoia che ha fatto rizzare le antenne alle due associazioni.

La proposta di legge N. 92/2021 appena depositata in Consiglio Regionale contiene un principio del tutto inaccettabile dal nostro punto di vista – tuonano Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente presidente nazionale e regionale di LegambienteE cioè che “le procedure di valutazione (e partecipazione) meritoriamente insite negli articolati delle nostre leggi (n. 10/2010 «Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA), di autorizzazione integrata ambientale (AIA) e di autorizzazione unica ambientale (AUA)» e n. 65/2014 «Norme per il governo del territorio») siano complicazioni inutili”.

La memoria va alla legge Obiettivo sulle grandi opere dell’era Berlusconi che derogava all’allora vigente Codice degli Appalti. “Ma è questo che vogliamo davvero? – aggiungono Ciafani e Ferruzza – Tornare alla deregulation di Berlusconi? E poi, proprio in Toscana, terra di diritti e di partecipazione? Le risorse economiche devono essere funzionali ai progetti e non viceversa. Si guardi alle reali necessità del Paese”.

Ancora più duro l’intervento della sezione fiorentina di Italia Nostra che parla di “proposta di legge eversiva”: ”Come Legambiente, Italia Nostra ritiene che tale proposta di legge contenga un principio del tutto aberrante ed eversivo: vi si legge, infatti, che “siano complicazioni inutili” tutte le procedure di valutazione e partecipazione previste dalle leggi vigenti, come la norma statale n. 10/2010, che regola la valutazione ambientale strategica (VAS), la valutazione di impatto ambientale (VIA), l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) e l’autorizzazione unica ambientale (AUA), e come la regionale n. 65/2014 sul governo del territorio”.

Una procedura che, secondo Italia Nostra, darebbe ai sindaci un potere praticamente assoluto, annullando qualsiasi possibilità di intervento degli organi di verifica degli impatti ambientali e paesistici oltre che i diritti di trasparenza, informazione e partecipazione delle associazioni di tutela e degli stessi cittadini.

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