Ecosistema

“Difendiamo il mare”, parte dalla Toscana il tour in barca a vela di Greenpeace

La barca a vela Bamboo (foto Greenpeace)
La barca a vela Bamboo (foto Greenpeace)
La Bamboo salperà il 16 luglio da Porto Santo Stefano. A bordo un team di ricercatori con un unico obiettivo: salvare il nostro mare da plastica e microplastica.

 

greenpeace_univpmPORTO SANTO STEFANO (Gr) – Come sta il mare post lockdown? L’inquinamento da plastica e microplastica è aumentato o diminuito, complice il crescente uso di dispositivi di protezione individuale e plastica monouso?
Per rispondere a queste domande, ma anche per documentare l’enorme biodiversità dei nostri mari e studiare come anch’essa stia soffrendo l’impatto dei cambiamenti climatici, parte giovedì 16 luglio da Porto Santo Stefano (Grosseto) il tour di Greenpeace “Difendiamo il Mare”.

A bordo della barca a vela Bamboo messa a disposizione dalla Fondazione Exodus di don Mazzi un team di ricercatori di prim’ordine con un unico obiettivo: monitorare e documentare lo stato di salute dei nostri mari e delle specie marine che ne abitano i fondali. La battaglia da vincere è quella della plastica monouso e quella invisibile della microplastica che inquina il più grande ecosistema del pianeta.

La spedizione, che durerà due settimane, seguirà le rotte dei cetacei fino al golfo di Follonica, nel cuore del Santuario Pelagos, dove da cinque anni sono inabissate decine di balle di rifiuti in plastica.
Poi le vele si dirigeranno verso le aree marine protette delle Cinque Terre e di Portofino e zone fortemente colpite dall’inquinamento da plastica incluse le foci dei fiumi, come Tevere e Arno, ormai delle vere e proprie autostrade di rifiuti verso il mare.

La Bamboo solcherà le acque del Santuario dei Cetacei per vedere come stanno questi meravigliosi mammiferi, anche loro minacciati da un virus e tornerà nelle località toccate dal tour della primavera 2019 per verificare l’evoluzione della situazione dopo il lockdown.

Alla spedizione partecipano ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del CNR di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova e ricercatori dell’Istituto Thethys, esperti di cetacei. Con loro Greenpeace cercherà di rispondere all’allarme lanciato dal mare e dalle sue creature.

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