Ecosistema

E’ iniziata l’estate delle tartarughe marine, il Wwf suggerisce come salvare i nidi

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Lunedì 16 giugno si festeggia la Giornata mondiale delle tartarughe marine. La stagione di nidificazione è già partita con numeri incoraggianti.

 

Redazione
14 giugno 2025

Ogni anno centinaia di tartarughe marine vengono soccorse, curate e rimesse in libertà grazie all’impegno della rete Wwf. Le 3 specie presenti nel Mediterraneo (tartaruga marina comune, tartaruga verde e tartaruga liuto), nonostante le differenze, affrontano le stesse minacce: pesca accidentale (reti e palangari), collisioni con imbarcazioni, perdita di habitat, disturbo umano durante la nidificazione e inquinamento (incluso l’impatto ancora poco conosciuto delle micro e nano-plastiche).

A queste insidie si sono aggiunti l’innalzamento delle temperature che può modificare le aree di nidificazione e alterare il rapporto tra nascite maschili e femminili, con un aumento delle schiuse femminili (fenomeno noto come “femminilizzazione”). Proprio in questi giorni, è stato rilevato uno scarto termico anomalo nel Mediterraneo occidentale, con acque superficiali fino a +3/3.5°C rispetto alla media 1971–2000.

Lunedì 16 giugno si festeggia la Giornata mondiale delle Tartarughe marine, ma per queste specie l’estate di nidificazione è già iniziata con numeri incoraggianti: lungo le coste italiane le segnalazioni di nidi di Caretta caretta effettuate dai volontari Wwf ad oggi sono di 26 tracce con deposizione verificata e protetta, per un potenziale di future nascite al termine delle loro schiuse di oltre 2000 piccoli. Il primo nido di tartaruga marina della Toscana è stato scoperto alcuni giorni fa a Marina di Massa. A fare l’eccezionale ritrovamento i volontari e le volontarie del Wwf Massa Carrara che dal 1° giugno ogni giorno dalle prime luci dell’alba perlustrano le spiagge alla ricerca delle fatidiche tracce.

Per affrontare la particolare sfida della crisi climatica il Wwf è partner di LIFE ADAPTS, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che coinvolge 7 enti tra Italia, Grecia e Cipro ed è coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con l’obiettivo di sviluppare strategie per tutelare habitat e specie vulnerabili come le tartarughe marine e le foche monache del Mediterraneo. Il progetto utilizza tecnologie avanzate (eDNA, droni, fototrappole, telemetria satellitare), coinvolge le comunità locali e promuove soluzioni replicabili per la protezione delle spiagge di nidificazione.

Il Wwf suggerisce per l’occasione delle regole di comportamento da seguire per chi si imbatte in una nidificazione di tartaruga sulla spiaggia:
osservare da lontano, non toccare e non ostacolare il suo percorso verso il mare o la deposizione delle uova;
spegnere le luci artificiali sulle spiagge nelle ore notturne per non disorientare i piccoli nati che rischiano di dirigersi verso l’entroterra;
– non agire da soli; segnalare subito agli operatori locali del WWF, centri di recupero, Guardia Costiera (1530) sia le nidificazioni che i casi di tartaruga ferita o spiaggiata”.

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