Rifiuti e riciclo

Ecco la “Spesa Sballata”, un progetto per ridurre la plastica nei supermercati

Progetto Spesa sballata
La sperimentazione partita a Varese in nove punti vendita Coop e Carrefour: una trentina di famiglie fanno la spesa con contenitori e retine riutilizzabili portati da casa.

 

di Gabriella Congedo

Basta con la montagna di imballaggi monouso che ci ritroviamo sul groppone dopo ogni visita al supermercato. La spesa del futuro sarà “sballata”. Una prospettiva che è già realtà per una trentina di famiglie di Varese e provincia che da qualche giorno stanno sperimentando un nuovo modo di fare acquisti con contenitori e retine riutilizzabili portati da casa.
Il progetto si chiama Spesa Sballata ed è attivo in nove punti vendita di Carrefour e Coop Lombardia. Ma sta già facendo scuola e chissà che non si possa replicare in altre parti d’Italia, a cominciare magari dalla Toscana.

Imballaggi, la situazione in Italia

Fatta eccezione per le possibilità di acquisto sfuse offerte da un decennio dai negozi zero waste o rete botteghe sfuse “indipendenti” sparsi per la Penisola, e poco altro, la normativa per la sicurezza alimentare nazionale (più restrittiva che in altri paesi EU) ha frenato molte iniziative in fase nascente, mentre all’estero la pratica di portarsi da casa i contenitori è letteralmente esplosa negli ultimi due anni.

In teoria fare la spesa con contenitori propri sarebbe possibile anche in Italia dallo scorso dicembre grazie alla legge 12/12/2019 n. 141, il cosiddetto “Decreto Clima”. L’art. 7 prevede che sia consentito ai clienti «utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare.» Il testo include però una disposizione “di salvaguardia” per garantire che la pratica si svolga in sicurezza: «L’esercente può rifiutare l’uso di contenitori che ritenga igienicamente non idonei». E molti si rifiutano.
Ma adesso finalmente arriva un’idea strutturata che potrebbe dare una spallata a tanti pregiudizi sulla maggiore sicurezza alimentare del contenitore monouso rispetto a quello riutilizzabile. Succede a Varese e provincia con la Spesa Sballata: un progetto che vede 33 famiglie impegnate per un anno nell’acquisto di prodotti alimentari utilizzando propri contenitori.

Come funziona la Spesa Sballata

spesa sballata_retineLe 33 famiglie coinvolte dalla sperimentazione potranno acquistare con contenitori riutilizzabili ai banchi di vendita assistita (panetteria, pescheria, gastronomia, macelleria) dei supermercati coinvolti e anche nei reparti ortofrutta. Una buona notizia, dal momento che il provvedimento che nel 2018 imponeva la vendita esclusiva di sacchetti leggeri biodegradabili/compostabili ha indirettamente reso impossibile l’uso di sacchetti riutilizzabili.
Alle famiglie è stato fornito un kit composto da: contenitori riutilizzabili di plastica rigida, sacchetti riutilizzabili per l’ortofrutta e una sporta durevole.
L’elemento interessante, e probabilmente chiave, che potrebbe permettere la partenza di altre esperienze simili, è stata la collaborazione con ATS Insubria per la redazione delle Linee guida Sanitarie per acquisti in contenitori riutilizzabili che garantissero, anche in tempo di Covid, il rispetto delle norme igienico-sanitarie insieme alle buone prassi ambientali.

Gli attori del progetto

Il progetto Spesa Sballata, che durerà sino a fine 2021, si è potuto realizzare grazie alla collaborazione di Coop Lombardia e Carrefour Italia. Quest’ultima ha già portato avanti la medesima sperimentazione in altri Paesi europei (Francia, Spagna, Belgio e Polonia).
Spesa Sballata, finanziato da Fondazione Cariplo nel Bando Plastic Challenge 2019, vede come capofila Cooperativa Totem in partnership con Provincia di Varese – Osservatorio Provinciale Rifiuti e Green Schools, Scuola Agraria del Parco di Monza con ARS ambiente come partner tecnico e infine il Comune di Varese.

Fonte: Associazione dei Comuni virtuosi