Ecosistema

Ecoballe da cinque anni in mare, Legambiente: si proclami stato di emergenza nazionale

Ecoballa recuperata nel 2019 (foto Guardia Costiera)
Ecoballa recuperata nel 2019 (foto Guardia Costiera)
Il recupero è stato sospeso per un intoppo burocratico. L’associazione ambientalista: “Basta scaricabarile, il golfo di Follonica e il Santuario Pelagos non possono più aspettare”.

 

Redazione

FOLLONICA (Gr) – Legambiente Toscana torna a puntare i riflettori sulla bomba ambientale che da cinque anni sta inquinando i fondali toscani. Domani infatti, 23 luglio, saranno passati esattamente cinque anni dall’incidente ma le ecoballe di rifiuti disperse nel mare dell’Elba sono ancora quasi tutte lì.
“Bisogna rimuoverle con la massima urgenza perché il golfo di Follonica e il Santuario dei Cetacei Pelagos non possono più aspettare”. È questo l’appello lanciato da Legambiente in occasione dell’arrivo in regione della Goletta Verde 2020.

Era il 23 luglio 2015 quando una tempesta improvvisa convinse il capitano della motonave Ivy a sversare in mare 63 mila kg di plastica pressata che aveva a bordo. Un carico che sarebbe dovuto arrivare integro a Varna, nel Mar Nero, per essere incenerito in un cementificio e che invece è caduto in Italia, nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, al largo di Piombino.
L’incidente è passato sotto silenzio per tre anni finché, grazie a una serie di segnalazioni e al monitoraggio di ARPAT sulla quantità anomala di rifiuti marini, si è potuto risalire all’episodio.

In cinque anni non è ancora arrivata la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale – accusa Legambiente Toscana – dopo mesi di incomprensibili rimpalli di responsabilità e il congelamento, per un anno intero, dell’azione dell’ex commissario Aurelio Caligiore a causa di un presunto conflitto di interessi sollevato dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato”.
Su questo contenzioso si è arenato il recupero delle ecoballe che nel frattempo, a detta anche dell’ISPRA, continuano a inquinare i fondali del mar Tirreno.

Una situazione di stallo incredibile. Resa ancora più grave, a detta del Cigno Verde toscano, dagli indugi del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli nell’inoltrare la richiesta formale di attivazione dello stato di emergenza al Consiglio dei Ministri, che quindi non si sta occupando del problema. Come non se ne occupa il premier Conte al quale spetterebbe firmare il decreto.

Intanto le 40 ecoballe “superstiti” del carico disperso in mare (in origine erano 56) si stanno lentamente sfaldando, indisturbate, con danni gravissimi e forse irreversibili per il Santuario dei Cetacei Pelagos.
“Si smetta senza ulteriore indugio questo assurdo e incomprensibile scaricabarile – dichiarano all’unisono Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente – e si provveda quanto prima a dichiarare lo stato di emergenza, a nominare un nuovo commissario e finalmente a rimuovere quella che si sta annunciando come una vera e propria bomba ecologica a orologeria per il nostro ambiente marino”.

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1 Commento

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  • Non ci posso credere,la malvagità italiana è davvero senza limiti!!!
    È possibile far subito una petizione e una raccolta fondi per venire incontro a questa emergenza? Grazie