Attualità

Elba, blitz di Legambiente alla chiesa romanica di San Lorenzo

L'interno della chiesa prima della pulizia (foto Legambiente Arcipelago Toscano)
L'interno della chiesa prima della pulizia (foto Legambiente Arcipelago Toscano)
Il monumento liberato dalle piante che lo infestavano. Gli ambientalisti: un gioiello dimenticato da recuperare e inserire nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

 

ISOLA D’ELBA (Li) – All’alba del 3 agosto, armati di decespugliatore, falci, zappe e roncole, un gruppetto di attivisti di Legambiente Arcipelago Toscano ha liberato la chiesa romanica di San Lorenzo da un vero e proprio boschetto di robinia che ormai aveva infestato quasi completamente l’interno del monumento storico. Ripuliti anche la strada d’accesso a San Lorenzo che parte dalla provinciale della Civillina, i muretti a secco di fronte alla chiesa e i dintorni della pieve.

Il blitz dei volontari del Cigno Verde è stato fatto anche in preparazione di Plebem, l’installazione/performance dell’artista elbano-newyorkese Riccardo Mazzei che si terrà nella notte di San Lorenzo – sabato 10 agosto – proprio nell’area della Pieve di San Lorenzo.

La chiesa sembra sia stata costruita nel XII secolo ma la prima menzione che la riguarda risale al XIII secolo; pare sia stata assalita e parzialmente diroccata dai pirati saraceni e francesi guidati da Dragut proprio il 10 agosto del 1533. Alla chiesa si accedeva sia dal portale della facciata che da due porte poste asimmetricamente sulle fiancate dell’edificio. L’unica luce veniva da tre finestrelle e dall’apertura a croce sopra il magnifico portale. Del pavimento originale in pietra ricoperto di un impasto di calce e frammenti di laterizi non resta più traccia.

“L’azione disgregatrice delle piante infestanti e degli agenti atmosferici è evidente anche sulle mura e sui cartelli rovinati – sottolineano da Legambiente – Ma nonostante lo stato generale di abbandono questo monumento carico di storia mantiene intatto il suo fascino e merita di essere riscoperto e curato”.

Per questo Legambiente ribadisce la richiesta che l’area dell’antica Pieve venga inserita nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano – che inizia dalla strada della Civillina – e chiede che venga riaperto l’antico sentiero che, discendendo la collina di San Lorenzo, arrivava alla Tezzia e da qui ai mulini di Capitella e a Marciana Marina e che ora risulta interrotta da chiusure di terreni privati.

“San Lorenzo è un gioiello romanico da far riemergere dall’oblio – ribadisce l’associazione – cominciando dal ripristino della cartellonistica, e da valorizzare all’interno di un percorso storico-artistico-naturalistico al quale stanno lavorando Marciana Borgo d’Arte, con il sostegno del Comune e del Parco Nazionale, e le associazioni marcianesi attive nella cura del territorio e della sua storia”.

Tags