Urbanistica

Elba, dove doveva nascere un hotel di lusso restano solo macerie e rifiuti

Elba-Ex hotel Garden
Foto da Legambiente Arcipelago Toscano

E un contenzioso milionario tra una società milanese e il Comune di Portoferraio. Legambiente: “Un disastro vergognoso”.

 

di Iacopo Ricci

EX Garden 5PORTOFERRAIO (Li) – Doveva diventare un grande albergo di lusso in uno dei punti più suggestivi dell’Isola d’Elba: 6.500 metri quadri più un grande parcheggio interrato, il tutto garantito sostenibile e a basso impatto ambientale. Oggi tutto quel che resta del grandioso piano di ristrutturazione di un vecchio hotel chiuso da anni, il Garden, è un contenzioso milionario sulle spalle del Comune di Portoferraio e una montagna di macerie e rifiuti, come denuncia Legambiente Arcipelago Toscano che questo progetto ha sempre criticato.

Un breve riepilogo: nel 2016 la società Andy srl di Milano, che fa capo all’armatore di Moby e Toremar Vincenzo Onorato, dopo un lungo iter di autorizzazioni aveva ottenuto il permesso a costruire. Poi nel marzo 2020, in pieno lockdown, pochi giorni dopo aver chiesto una proroga, la società ha comunicato a sorpresa di voler rinunciare al progetto. Chiedendo però indietro al Comune gli oneri di urbanizzazione già pagati: 3 milioni e 189.000 euro in tre anni.

“Ma quel preoccupa di più – accusa Legambiente – è quel che questa operazione che veniva spacciata come “sostenibile” ha lasciato sul territorio. Come mostrano le foto mandateci da alcuni escursionisti, l’area dell’ex Hotel Garden si è trasformata in un vero e proprio disastro: macerie vandalizzate e disseminate di suppellettili e rifiuti di ogni genere.

Al di là di come andrà a finire tutta la storia “è chiaro che questa situazione di degrado non è tollerabile e che non può essere accettato che un’area, anche se privata, venga trasformata in una sorta di discarica a cielo aperto. In un’isola dove ormai è di moda parlare di sostenibilità, l’ex hotel Garden è l’esempio assoluto dell’insostenibilità, un disastro vergognoso al quale privato e pubblico devono mettere mano assumendosi le rispettive responsabilità”.

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