Alcune associazioni e comitati contrari: “I vari costi ricadono sul territorio mentre i benefici vanno a proponenti e proprietari terrieri”.
Redazione
2 novembre 2025
BADIA TEDALDA (Ar) – A sostegno della decisione della Regione Emilia-Romagna di opporsi al progetto eolico di Badia Tedalda si schierano alcune realtà ambientaliste e territoriali toscane che si dicono impegnate nella promozione di una transizione ecologica autentica e rispettosa del territorio e auspicano l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per scongiurare quello che definiscono “uno scempio ambientale e paesaggistico senza precedenti nel cuore del Montefeltro”.
Per queste realtà si tratta di una scelta di grande responsabilità che mette al centro la tutela del paesaggio, della biodiversità e della sicurezza idrogeologica: “Non possiamo accettare che l’energia rinnovabile diventi un pretesto per interventi invasivi su territori fragili, dove l’abbattimento di boschi, la movimentazione del suolo e l’installazione di strutture alte centinaia di metri rischiano di trasformare un paesaggio unico in un’area profondamente compromessa“.
Associazioni e comitati esprimono il loro pieno sostegno e apprezzamento a Michele de Pascale e Irene Priolo, rispettivamente presidente e vice presidente della Regione Emilia-Romagna, per il loro impegno nel promuovere politiche energetiche coerenti e rispettose delle comunità locali: “Produrre energia pulita non basta se i costi ambientali e sociali ricadono sul territorio mentre i benefici concreti restano limitati ai proponenti e ai proprietari terrieri”.
Questi progetti si sosterrebbero grazie a ingenti incentivi pubblici, miliardi di euro puntualmente scaricati sulle bollette dei cittadini e delle imprese:“Mentre la Regione Toscana boccia sistematicamente impianti eolici in territori come le Crete Senesi, la Maremma e altre zone iconiche del paesaggio toscano, autorizza senza esitazioni progetti sulle aree di confine e in quelle più deboli, con un atteggiamento irrispettoso delle comunità confinanti. Non possiamo permettere che questi luoghi vengano sacrificati per un modello di ‘energia pulita’ che scarica i costi sul territorio, sulle imprese, sulle persone”.
Le associazioni e i comitati contrari al progetto


















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