Inquinamento

Falda inquinata Sin di Massa, indagini concluse. Piano bonifica a inizio 2020

Foto Regione Toscana
Foto Regione Toscana
Oltre 22 mila le analisi chimiche svolte da Arpat e Sogesir, confermato grave inquinamento. Regione e Ministero hanno stanziato 25,5 milioni.

 

MASSA CARRARA Sarà pronto entro il primo trimestre del 2020 il piano definitivo degli interventi per la bonifica del SIN (Sito di interesse Nazionale) di Massa, per il quale Regione e Ministero hanno stanziato 25,5 milioni di euro.
Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni durante la presentazione dell’indagine fatta da Arpat e Sogesid (società ‘in house’ del ministero dell’Ambiente, soggetto attuatore degli interventi).

Nelle due fasi dell’indagine sono stati effettuati oltre 570 rilievi piezometrici, 409 punti d’acqua censiti e verificati, 319 pozzi e piezometri georiferiti con margine di errore inferiore al centimetro, analisi chimiche-ambientali prima in 148 punti e poi nei 75 più critici, per un totale di oltre 22.000 analisi chimiche.

“Viene confermato un dato che conoscevamo – ha detto l’assessore Fratoni – l’inquinamento nell’area del Sin di Massa esiste, ma oggi grazie al lavoro di Sogesid e di Arpat abbiamo un quadro conoscitivo molto più approfondito, che ci permette di pensare a soluzioni più efficaci e anche diverse rispetto a quelle ipotizzate in passato. Vogliamo intervenire in tempi rapidi, per questo Regione e Ministero hanno messo risorse importanti, ben 25,5 milioni di euro, da utilizzare più rapidamente possibile.

L’indagine, che è stata condotta in due diversi periodi tra la fine del 2018 e la prima metà del 2019, ha permesso di individuare i livelli di concentrazione di circa 100 sostanze nelle acque di falda, con un set analitico più ampio di quello previsto dalla normativa. Si conferma il quadro delineato da ISPRA nel 2008, con i principali agenti inquinanti rappresentati dai composti alifatici clorurati e da alcune specie di metalli, tra cui il cromo esavalente. È stato possibile anche individuare i principali “hotspot”, ovvero i punti nei quali la concentrazione della contaminazione supera di oltre dieci volte il limite di legge.

A vent’anni di distanza dalla perimetrazione del SIN di Massa sembra che questa sia finalmente la volta buona.
“Già nei primi mesi del 2020 potremo presentare il progetto definitivo delle azioni da mettere in campo – ha concluso Fratoni – integrate con analoghe attività da parte dei privati. “.