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Firenze, nuovi alberi mangia-smog sono stati piantati al Galluzzo

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Foto Comune di Firenze
Si tratta di platani, bagolari e pioppi bianchi in grado di filtrare gli inquinanti come il biossido di azoto. Sono stati messi a dimora nel parcheggio di piazza Puliti.

 

Redazione

FIRENZE – Diciassette alberi mangia-smog dove prima c’era solo asfalto. Piazza Puliti, la seconda piazza del Galluzzo, ora ha un nuovo volto verde. L’intervento di riqualificazione ambientale è stato inaugurato oggi dall’assessore comunale all’Ambiente Cecilia Del Re e dalla presidente del Quartiere 3 Serena Perini dopo che nelle settimane scorse sono stati messi a dimora un filare di 11 platani, 4 bagolari e 2 pioppi bianchi maschi. Alberi che saranno in grado di filtrare gli inquinanti come il biossido di azoto e andranno a ‘mitigare’ anche da un punto di vista climatico il parcheggio presente nella piazza.

Ma non è l’unico intervento previsto. L’intenzione della Direzione Ambiente è quella di sostituire il più possibile l’asfalto con il verde per migliorare la qualità dell’aria in una zona, il Galluzzo e le Due Strade, che essendo una delle principali vie d’accesso alla città è perennemente assediata dal traffico con conseguenze facilmente immaginabili sulla qualità dell’aria.

“Con gli oneri di urbanizzazione legati alla costruzione dell’Esselunga – spiega l’assessore Del Re – nell’adiacente viale Tanini faremo il prossimo anno una lunghissima aiuola centrale con 70 nuovi alberi di prima grandezza per andare avanti nella rimozione dell’asfalto e la de-impermeabilizzazione del suolo”. A questi si aggiungono i 180 nuovi alberi già messi a dimora nella pioppeta di viale Tanini.

Quello del Galluzzo – ha proseguito l’assessore Del Re – è un modello che vogliamo estendere ai diversi quartieri. La messa a dimora di nuovi alberi rappresenta una delle azioni più efficaci per contrastare i cambiamenti climatici e l’adozione del Piano del Verde ci consentirà, tra le altre cose, di mettere a punto una pianificazione rispondente alla mappatura delle ‘isole di calore’ che insieme all’Università di Firenze stiamo censendo in città”.

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