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Foca monaca a Capraia, per proteggerla il parco dell’Arcipelago chiude un tratto di mare

Foca monaca Capraia Toscana-ambiente
Martedì una barca è entrata nella grotta dove si è stabilito l’esemplare. Il presidente dell’Ente Parco Sammuri: “Non avremmo voluto mettere vincoli ma non abbiamo avuto scelta”.

 

di Iacopo Ricci

CAPRAIA (Li) – Con un’ordinanza firmata ieri Giampiero Sammuri, presidente dell’Ente Parco Arcipelago Toscano, ha disposto la chiusura di un tratto di mare dell’isola di Capraia. Lo scopo è quello di proteggere la foca monaca, che nelle ultime settimane è stata avvistata qui da diverse persone.

Dopo sessant’anni infatti la Monachus monachus è tornata a visitare la grotta che prende il suo nome, nella costa occidentale dell’isola. L’ordinanza dispone il divieto assoluto di accesso al tratto di mare dell’isola di Capraia compreso tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud di Punta delle Cote, dove il rarissimo mammifero marino è stato avvistato a più riprese. Un turista è anche riuscito a filmarlo mentre faceva capolino dall’acqua (Qui per vedere il video)

Dopo gli avvistamenti registrati nelle ultime settimane, uno dei quali validato secondo la rigidissima procedura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), le indagini sono state coronate dal successo. Martedì scorso due esperte ricercatrici di ISPRA, Giulia Mo e Sabrina Agnesi, accompagnate dal presidente del Parco Giampiero Sammuri, hanno fatto un primo sopralluogo presso la Grotta della Foca applicando il protocollo di controllo delle grotte, condiviso dai ricercatori in tutto il Mediterraneo, volto a non creare disturbo e a non spaventare gli animali che fossero presenti. Grandissima l’emozione quando la prima ricercatrice ha visto distintamente un bellissimo esemplare di Foca monaca che stava riposando all’interno della grotta mentre il presidente e la collega aspettavano all’ingresso. Grazie alla cautela adottata e all’aiuto della risacca l’animale non si è accorto di niente.

Ieri, 24 giugno, ISPRA ha condotto un secondo sopralluogo: le ricercatrici hanno trovato e raccolto escrementi della foca e installato un dispositivo per il monitoraggio della grotta allo scopo di raccogliere tutte le informazioni possibili in merito a questo insperato ritorno a “casa”.

Purtroppo martedì 23, malgrado le raccomandazioni fornite dal Parco per proteggere l’animale, un’imbarcazione è addirittura entrata all’interno della grotta, obbligando l’Ente a emettere l‘ordinanza che vieta l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, nell’area prospiciente la grotta stessa.

“Non vogliamo creare difficoltà agli operatori locali – ha dichiarato il presidente Sammuri – tanto è vero che, sapendo della presenza della Foca monaca, avevamo subito organizzato un incontro proponendo anche interventi di supporto economico a favore di alcuni settori che operano a mare. Avevo personalmente assicurato che nessun provvedimento restrittivo sarebbe stato adottato qualora fossero state attuate le misure concordate, che consistevano semplicemente nel non avvicinarsi al sito in cui sapevamo esserci prove della presenza del raro animale. Purtroppo qualcuno non ha rispettato i patti”.

L’accesso al mare nei pressi della grotta sarà consentito esclusivamente ai mezzi autorizzati dall’Ente Parco per attività di ricerca e di monitoraggio, nonché ai mezzi di soccorso e alle unità navali delle Forze dell’ordine deputate alle attività di sorveglianza.

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