Mentre la superficie coperta da boschi in Italia è in costante crescita le praterie di Posidonia oceanica, che fanno respirare il Mediterraneo, stanno diminuendo.
di Valentino Valentini, direttore del Museo Laboratorio della Fauna minore del Parco nazionale del Pollino
17 giugno 2025
Stupenda iniziativa quella del Festival di Green&Blue che si tenuto a Milano dal 5 al 7 di giugno, una geniale carrellata su temi di pressante attualità, di ecologia e sostenibilità che ha messo insieme ben 100 relatori provenienti da varie parti del mondo: oltre a chiamare, finalmente, a una grande responsabilità verso il Pianeta non solo collettiva ma anche individuale, passando dagli stili di vita ai consumi, dai comportamenti individuali al voto.
Mi ha colpito un intervento del professor Giorgio Vacchiano dell’Università di Milano per il quale l’attuale stato delle nostre foreste è in costante crescita, offrendo un grande contributo all’assorbimento di CO2, anche se non ancora sufficiente rispetto alle crescenti emissioni dell’uomo. Si sono raggiunti nel nostro Paese, aggiunge Vacchiano, ben 11 milioni di ettari tra foreste e altre terre boscate che assorbono 53 milioni di tonnellate di CO2, in pratica oltre il 14% delle emissioni. Il che esprime un’espansione forestale addirittura superiore a quella simulata dai modelli con relativa, insperata crescita del servizio di assorbimento degli inquinanti.
Però questo prezioso servizio ecosistemico, oltre a essere sempre minacciato dal clima, dagli eventi estremi e dagli incendi, dovrà essere preservato costantemente e rigorosamente. E qui lo scienziato si rivolge alla politica, locale e nazionale, perché nel nostro Paese si segua l’esempio di città come Firenze e Padova, o anche della stessa Milano (come non ricordare anche la nostra Taranto e Ladispoli dove già da diversi anni s’è instaurata una sana politica di sviluppo ed espansione del verde pubblico su impulso di associazioni e gruppi di cittadini “illuminati”). Città che per la tutela del verde e della biodiversità stanno lavorando bene mettendo in campo piani del verde molto ambiziosi, tali da spingere altre amministrazioni a trarne esempio e attivarsi, modelli concreti da seguire per proteggere gli alberi e, di conseguenza, proteggere noi stessi.
Dalle foreste di terra oggi è fondamentale passare anche alle foreste di mare, del Mare Nostrum, il Mediterraneo. “Foresta Blu”, spiegano i ricercatori Monica Montefalcone e Giovanni Chimienti, è stata una campagna promossa dalla Coop ai fini del monitoraggio e riforestazione dei fondali dei nostri mari cui il riscaldamento climatico, l’inquinamento da plastica, l’edilizia costiera fino alla pesca a strascico e agli ancoraggi stanno causando gravi danni a un ecosistema marino in equilibrio da millenni e ricco di specie endemiche, seppur supportato efficacemente dalla presenza d’una pianta marina fondamentale per quegli stessi equilibri, la Posidonia oceanica.
Il riscaldamento delle acque e la nostra disattenzione, che chiamerei anche disaffezione, stanno portando alla perdita di intere “foreste” di Posidonia, il che rischia di distruggere tutta la biodiversità associata: e stiamo parlando di una pianta che genera quotidianamente da 14 a 16 litri di ossigeno per ogni metro quadro di prateria. I due ricercatori hanno assistito a un miracolo manifestatosi a seguito dei suddetti interventi di riforestazione marina a riprova del fatto che, specie in aree marine protette, la Natura laddove ce ne prendiamo cura, guarisce.
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