Rifiuti e riciclo

Fratoni agli industriali: “Inceneritori e discariche non sono la soluzione”

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L’assessore all’Ambiente della Toscana: “L’economia circolare è fatta di impianti industriali che per lo più stanno fuori dalla pianificazione pubblica”.

 

Il tema dell’economia circolare è di grande attualità e si discute di come creare cicli virtuosi di produzione, raccolta, recupero e riutilizzo dei rifiuti. Se alle istituzioni si possono addebitare talvolta scarso impegno nella sensibilizzazione dei cittadini o una gestione inefficiente della raccolta differenziata e delle fasi successive, le aziende non possono scaricare sul pubblico la propria mancanza di visione circa la produzione di prodotti e confezioni sostenibili o la messa a profitto dei rifiuti come risorsa.

La Toscana è nelle ultime posizioni fra le regioni italiane come capacità di smaltimento e recupero energetico dei rifiuti – aveva accusato nei giorni scorsi Confindustria Toscana Nord – e gli impianti esistenti sono quasi esclusivamente discariche, anch’esse largamente insufficienti. Entro il 2020 o poco oltre si esaurirà la loro capienza. Chiediamo da anni normative che favoriscano il riutilizzo degli scarti di lavorazione e quindi la riduzione del volume dei rifiuti. Gli impianti di smaltimento sono parte integrante dell’economia circolare”.

I settori più coinvolti nel problema sono la moda, il cartario, l’edilizia e il lapideo. Secondo le stime di Confindustria Toscana Nord gli scarti dei quattro comparti nell’area Lucca-Pistoia-Prato ammontano a 50.000 tonnellate per il tessile-abbigliamento, 200.000 per il cartario, 1,5 milioni per gli scarti edili e 40.000 per il lapideo.

“Come sa anche Confindustria, la chiusura dei cicli di produzione, compreso lo smaltimento degli scarti di lavorazione, spetta prima di tutto alle imprese, visto che si tratta di i rifiuti speciali”. Così replica l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni agli industriali che si sono lamentati – Pensare ancora oggi che termovalorizzatori e discariche siano la soluzione al problema è una posizione di retroguardia. L’economia circolare è fatta di impianti industriali che per lo più stanno fuori dalla pianificazione pubblica e dal concorso della tariffa sui rifiuti. Per questo il ruolo delle imprese è essenziale”.

Fratoni ricorda come la normativa del settore sia esclusivamente di livello nazionale. “Per questo, comprendendo la preoccupazione delle imprese, chiedo più coraggio nel recepire anche a livello italiano la normativa estremamente moderna che in sede europea è stata predisposta e approvata sull’economia circolare”.

L’assessore rivendica però anche il lavoro fatto dalla Regione, a partire dai tavoli settoriali con gli accordi importanti, raggiunti in particolare con il tessile e il distretto conciario, che rappresentano secondo Fratoni un modello di riferimento. “Abbiamo iniziato a predisporre linee guida di settore per tutelare le buone pratiche degli imprenditori e questo lavoro proseguirà anche in futuro per i vari comparti produttivi della Toscana”.

Recentemente il Consiglio regionale ha approvato una legge sull’economia circolare. “Il testo – spiega ancora Fratoni – affronta in modo complessivo il tema e offre percorsi virtuosi, dopodiché resta il ruolo fondamentale delle imprese in quanto solo queste conoscono le soluzioni più efficienti ed efficaci sul piano tecnologico ed economico-finanziario”.

Fonte: Regione Toscana

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