Ecosistema

Isola del Giglio, buone notizie da Arpat sulla salute del mare

CONCORDIA2
Pubblicati i risultati del monitoraggio sull’impatto ambientale del naufragio della Costa Concordia. Nessuna criticità, segnali di stress circoscritti all’area del cantiere, che è ancora in corso.

 

di Gabriella Congedo

ISOLA DEL GIGLIO (Gr) – Il naufragio della Costa Concordia del gennaio 2012 al largo dell’isola del Giglio non ha lasciato strascichi sulla salute del suo mare.
Arpat ha pubblicato nei giorni scorsi il rapporto sui risultati del monitoraggio ambientale svolto nel periodo 2016-2017. Dopo l’incidente infatti l’agenzia regionale, in collaborazione con Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale) ha concordato un piano di controlli per valutare l’impatto dell’inquinamento accidentale sull’ecosistema marino.

Per quanto riguarda lo stato chimico e la qualità biologica dell’acqua, sia nelle immediate vicinanze del relitto che nelle zone adiacenti, una nota dell’agenzia spiega che: “non sembra che l’impatto sull’ambiente marino determinato dal naufragio della nave Costa Concordia e dalle successive operazioni di rimozione interessi le acque prelevate nelle immediate vicinanze del cantiere: di fatto al momento non sono state evidenziate situazioni di criticità. I test di tossicità hanno sempre dato esito negativo e le concentrazioni di metalli sono risultate sempre entro i valori degli standard ambientali previsti dalla normativa” .

Oscilla tra “buona” ed “elevata” anche la valutazione sullo stato ecologico dei fondali.
I ricercatori hanno scelto come indicatori i piccoli organismi vegetali acquatici, la Posidonia e il Coralligeno. Si rileva solo qualche segnale di stress nell’area dell’impatto, dovuto ai lavori per la rimozione della nave  a quelli, ancora in corso, per il ripristino dei fondali. “L’impattospiega la nota di Arpat – dovuto ai lavori di cantiere di rimozione prima e i successivi (e ancora in atto) lavori di ripristino dei fondali, è rimasto circoscritto all’area di cantiere, senza alcun effetto né sulle aree indagate immediatamente adiacenti al sito di impatto (vedi Punta Lazzaretto) né, tanto meno, in zone più distanti”.
E dunque gli amanti di uno dei mari più belli della Toscana possono stare tranquilli.

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