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Isola d’Elba, strada medievale distrutta per posare i cavi della fibra ottica

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Foto Legambiente Arcipelago Toscano
La denuncia di Legambiente Arcipelago Toscano: “Uno scempio culturale e ambientale, quelle pietre avevano almeno 700 anni. Adesso i responsabili paghino”.

 

ISOLA D’ELBA (Li)Una strada storica vecchia di oltre 700 anni, dove un tempo passavano i barrocci, è stata completamente sventrata per posare i cavi della fibra ottica per internet. Mettendo in atto, denuncia Legambiente Arcipelago Toscano nella nota che pubblichiamo, “una distruzione sistematica e insensata di un’antica strada che era anche un patrimonio culturale e ambientale”.

Il Rimercojo (o Rimercoi), nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nel Comune di Marciana, oggi parte del sentiero 180, che collega, attraverso l’antico e magnifico ponte saccheggiato della sua spalletta di granito dai vandali, Lavacchio a Poggio, era la vecchia strada – antica di almeno 700 anni – che portava alla frazione collinare marcianese. Una strada diventata in gran parte un ombroso sentiero che aveva conservato parte della sua pavimentazione di lastre irregolari di granito e di sassi meticolosamente sistemati. Il resto manteneva comunque una solidità del piano di calpestio, grazie anche a un percorso difeso e consolidato da grandi massi che ora sono stati divelti e ammucchiati sui lati.

Ora tutto questo non c’è più: la strada/sentiero è stata completamente sventrata per tutta la sua larghezza, meno – fortunatamente – che nell’attraversamento del ponte, per posare i cavi della fibra ottica per internet. Lavori che hanno trasformato l’intero percorso in una poltiglia fangosa riducendo la parte lastricata in un accumulo disordinato di lastre dove è difficile camminare e che somiglia più a uno dei macei di Monte Capanne che a una strada che prima veniva percorsa dai barocci carichi di merci e persone e poi da escursionisti a piedi e in bici.
Parte del materiale scavato è stato scaricato a valle, direttamente nel bosco.

E’ triste descrivere una distruzione così sistematica e insensata di un’antica strada che era anche un patrimonio culturale e ambientale. È anche impensabile che chi ha commesso questo sfacelo riesca a riportarlo a qualcosa di simile all’originale, visto anche come si è proceduto al “ripristino”.
Come scrive in un post su Facebook l’architetto Paolo Ferruzzi, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma: «Quelle pietre formavano l’antico selciato della strada che collegava Poggio e Marciana al versante orientale dell’isola e sono antiche di almeno 700 anni. Le persone sensibili alla propria storia si facciano sentire. Come minimo le lastre che formavano l’antico selciato dovevano essere prima numerate e fotografate per essere successivamente giustamente ricollocate».

Sappiamo che i Carabinieri Forestali sono già intervenuti prontamente con sopralluoghi e ci rivolgiamo al Comune di Marciana e al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano perché intervengano affinchè i responsabili di questo scempio vi pongano in qualche modo rimedio e vengano sanzionati per quel che hanno combinato su una strada storica in un’area protetta.

L’altra preoccupazione è che dopo i lavori che hanno portato anche a un allargamento della strada, successivamente al necessario nuovo livellamento del piano di calpestio che si impone, il percorso non venga utilizzato da mezzi motorizzati come scorciatoia tra Poggio e Marciana Marina. Per questo chiediamo a Parco e Comune di imporre un ripristino il più rigoroso possibile del lastricato e di vietare l’accesso ai mezzi motorizzati, salvo ai residenti delle abitazioni del primo tratto scendendo da Poggio.
Speriamo anche che quanto accaduto serva da lezione: noi non abbiamo niente contro l’ammodernamento digitale dell’Elba ma – in questa come in altre occasioni – non può avvenire a scapito della nostra storia e delle nostre bellezze. Altrimenti non è futuro, è cancellazione del passato.

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