Rifiuti e riciclo

La discarica di Podere Rota è dura a morire, si tratteranno i rifiuti liquidi?

Un bacino di percolato.
Un bacino di percolato.

Sembrava destinata alla chiusura ma la Regione ha aperto un procedimento per la realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato.

 

Redazione
18 febbraio 2023

TERRANUOVA BRACCIOLINI (Ar) – Una storia che parte da lontano e sembra non aver mai fine. Dal 2011 la discarica di Podere Rota ha garantito lo smaltimento dei rifiuti urbani dell’area fiorentina in attesa della costruzione dell’impianto di Case Passerini, mai realizzato. Il sito nasce alla fine degli anni Ottanta con contributi pubblici e finalità pubbliche per smaltire i rifiuti urbani non solo del Valdarno e della provincia di Arezzo ma di un territorio ben più vasto. La discarica, negli anni, è stata gestita da CSAI, azienda privata in co-gestione con il comune di Terranuova Bracciolini, dunque una società a partecipazione pubblica con in testa il Comune. 

Il 19 ottobre 2020 la CSAI aveva inviato formale richiesta alla Regione Toscana per ottenere l’autorizzazione ad ampliare il sito con un investimento di 24 milioni di euro e un allargamento dei volumi attuali pari a 800 mila metri cubi che avrebbe portato a intensificare il flusso dei rifiuti, provenienti da tutta la Regione e da tutto il territorio nazionale. Il 21 gennaio 2021 la Regione Toscana – Settore Valutazione impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Opere pubbliche di interesse regionale – aveva dato avvio al Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) nonostante che una potenziale contaminazione del sito, messa in evidenza dalla relazione di Arpat Arezzo nel settembre 2020, non fosse ancora stata chiarita.

Nella seduta di Giunta del 1° febbraio 2021 la Regione Toscana aveva comunque dato il via libera a un’inchiesta pubblica per l’“Adeguamento volumetrico della discarica per rifiuti non pericolosi di Casa Rota e per esaminare i pareri forniti dalle pubbliche amministrazione e le osservazioni dei cittadini. Al termine dell’inchiesta in questione, nel maggio 2021, non sembravano però essere emersi giudizi e valutazioni rilevanti, in sostanza nessuna chiara presa di posizione.

Silvia Chiassai, presidente della Provincia di Arezzo, dichiarava che “Se in Toscana si chiudessero le discariche come Podere Rota e si facessero impianti moderni, utili anche agli indotti economici che in modo spregiudicato si affidano alle mafie, impediremmo tutto questo e soprattutto non avveleneremmo più i nostri territori” . Una sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 7 maggio 2021 stabiliva che sarebbe spettato alla Regione e non alla Provincia provvedere alla bonifica della discarica. Per fine 2021 era prevista la chiusura della discarica, come da mozione approvata a maggioranza in Consiglio Regionale a settembre, ma questa era slittata alla metà del 2022, una volta saturati i volumi residuali.

Il settore bonifiche della Regione Toscana, dopo le indagini svolte, era arrivato alla conclusione che “il responsabile della potenziale contaminazione della matrice acque sotterranee era Csai, che avrebbe dovuto provvedere alla bonifica del sito secondo quanto contenuto nel Testo unico sull’ambiente”. Nel frattempo Arpat Arezzo aveva rilevato il superamento delle Csc (concentrazione soglia di contaminazione) in alcuni piezometri appartenenti alla rete di monitoraggio della discarica.

Le procedure post mortem dell’impianto potrebbero durare circa 30 anni. Per il Comitato Vittime di Podere Rota, che da sempre auspica una bonifica del territorio inquinato,” c’è ancora in ballo l’ampliamento per rifiuti speciali e la realizzazione di impianti industriali per il trattamento di rifiuti speciali e forse anche pericolosi, sebbene evitino di dirlo”.

Siamo arrivati ai giorni nostri. Il Paur è aperto da oltre due anni e sono necessari altri sei mesi e forse anche più per mettere a punto il piano di caratterizzazione dell’area rispetto alla potenziale contaminazione delle acque sotterrane. Il Comune di San Giovanni Valdarno si presenterà il 23 febbraio alla prima conferenza dei servizi facendo istanza formale alla Regione Toscana di archiviazione del Paur. Questo nuovo passaggio si aggiunge a quanto deliberato in assemblea di Ato Sud nel dicembre del 2021, che ha stabilito la fine dei conferimenti dei rifiuti urbani a Podere Rota con il completamento dei volumi, conferimenti che si sono conclusi nello scorso mese di luglio.

E’ di questi giorni però la notizia che la Regione ha aperto un procedimento autorizzativo per la realizzazione, proprio a Podere Rota, di un nuovo impianto di trattamento di rifiuti liquidi, cioè di percolato. Sembrano dunque non essere ancora bastate tutte le osservazioni tecniche, le prese di posizione degli amministratori locali, di cittadini, comitati, associazioni e forze politiche. E’ una storia infinita quella della discarica di Podere Rota.

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