Sulle aree idonee e non idonee ad accogliere gli impianti le puntualizzazioni di Confagricoltura Toscana e della coalizione TESS.
di Marcello Bartoli
16 dicembre 2024
La definizione delle aree idonee alle energie rinnovabili è un passaggio cruciale anche per la Toscana e il 2 dicembre la Giunta regionale ha approvato la proposta di legge n.2 Promozione della transizione energetica e disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee o non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fotovoltaico ed eolico. L’obiettivo è anche quello di condividere con gli enti locali le modalità di individuazione delle aree tenendo conto di una molteplicità di fattori peculiari dei territori.
Nel complesso la proposta di legge contiene 15 articoli e un allegato più una serie di relazioni. Sono state definite “aree idonee assolute” quegli spazi che non possono essere compressi o ridefiniti dagli enti locali come i tetti degli edifici, le aree interne agli impianti industriali e agli stabilimenti, i parcheggi (salvo alcune eccezioni). Il progetto di legge definisce poi le aree non idonee agli impianti fotovoltaici a terra, agrivoltaico compreso. Per gli impianti eolici invece il testo classifica il territorio prevalentemente come area ordinaria, senza semplificazioni né divieti preventivi.
In questi giorni è intervenuta sulla questione Confagricoltura Toscana che chiede che le decisioni relative agli impianti siano basate su un dialogo trasparente e inclusivo con i territori coinvolti: “Non possiamo accettare che gli agricoltori subiscano le conseguenze di scelte calate dall’alto che rischiano di compromettere lo sviluppo agricolo, l’equilibrio ambientale e anche l’attrattività turistica”.
Per il presidente Marco Neri gli agricoltori e le imprese agricole devono essere coinvolti attivamente nelle scelte strategiche legate all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici: “La Toscana attrae un turismo diverso, più slow e qualificato, anche grazie all’impegno degli agriturismi e delle imprese agricole nel valorizzare il paesaggio e le produzioni locali. Stravolgere questi equilibri significa compromettere anni di lavoro e investimenti”.
Ancora più decisi sono le associazioni e i comitati che hanno dato vita alcuni mesi fa alla coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione): “Un’amministrazione oculata e lungimirante dovrebbe obbligare le società proponenti a rivolgere i loro progetti esclusivamente in aree che escludono le speculazioni, evitando di impoverire il territorio, il suolo, la biodiversità e le economie locali. Dovrebbe inoltre incentivare alternative sostenibili come le comunità energetiche rinnovabili rispetto all’eolico “gigante” (che avvantaggia solo le società proponenti senza alcun reale beneficio per l’ambiente e per la collettività), ed esigere congrue garanzie fideiussorie per il ripristino dello stato dei luoghi a fine vita degli impianti”.
Per la coalizione il disegno di legge che è stato anticipato dall’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni va invece nella direzione opposta: “Il connubio tra la proposta di legge e l’ingente stanziamento economico per gli impianti FER (Fonti Energia Rinnovabile), che ammonta a 210 miliardi in 20 anni (pagati con gli oneri di sistema nelle bollette elettriche, oltre anche ai fondi del PNRR), innescherà una fortissima attività predatoria da parte dell’industria delle energie rinnovabili sul territorio toscano a danno dell’intera collettività”.
In definitiva TESS chiede che le aree destinate agli impianti eolici e fotovoltaici siano quelle brownfield (siti contaminati e dismessi che restano inutilizzati perché i costi di pulizia potrebbero superare il valore del terreno), le periferie già degradate e compromesse, le aree industriali che potrebbero essere ricoperte di pannelli fotovoltaici senza rischiare espropri che hanno l’obiettivo di collocare gli impianti secondo una logica di convenienza prettamente economica.
Aggiungi un commento