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La Toscana arancione autorizza i cacciatori a uscire dal proprio Comune. Il Wwf: inaccettabile

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Lo stabilisce l’ordinanza di Giunta emanata ieri. Il WWF Toscana: “Clamorosa regalia al mondo della caccia contro i criteri di lotta al virus e contro l’uguaglianza dei cittadini”.

 

di Gabriella Congedo

La caccia è un’attività essenziale? Evidentemente sì visto che l’ordinanza n° 117 emanata ieri, 5 dicembre, dalla Giunta regionale inserisce l’attività venatoria tra quelle che nel passaggio della Toscana da zona rossa ad arancione non solo si possono svolgere ma autorizzano a uscire dal proprio Comune.

Il regolare svolgimento delle operazioni di controllo e contenimento faunistico – si legge nel documento – è un’attività di carattere essenziale per la tutela delle colture agricole – soprattutto in questo particolare periodo dell’anno nel quale avvengono le semine di cereali – ma anche per limitare il pericolo potenziale per la pubblica incolumità”. Si specifica poi di aver “preso atto delle numerose segnalazioni di danni alle colture agricole pervenute nel 2020 anche a causa del limitato numero di interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in primavera a causa della situazione di emergenza sanitaria nazionale e del breve periodo trascorso dall’apertura della caccia al cinghiale”.

Una decisione che manda su tutte le furie il Wwf Toscana. L’organizzazione ambientalista non solo chiede alla Regione di revocare immediatamente la disposizione ma annuncia che si rivolgerà al Presidente del Consiglio dei Ministri. “Grazie agli sforzi di tutti e ai risultati ottenuti, da zona rossa la Toscana passa a zona arancione e a cosa pensa subito la Regione Toscana? Incredibilmente decide di liberalizzare la caccia sul territorio” tuona il delegato regionale del Wwf Alberto Marini.

L’ordinanza stabilisce infatti che i cacciatori potranno uscire dal proprio Comune e muoversi su tutto l’ambito territoriale di caccia (ATC) a cui sono iscritti. Una disposizione che il Wwf giudica in contrasto con le indicazioni del DPCM relative a regole e comportamenti da applicarsi nelle zone arancioni e con il principio di uguaglianza tra i cittadini “per la gran parte tuttora limitati nei movimenti al proprio Comune, mentre chi ha un fucile e va a sparare agli animali nelle nostre campagne potrà tranquillamente spostarsi”.

Ma l’ordinanza contiene anche altro, e forse è il punto più importante: autorizza i proprietari e i conduttori dei fondi muniti di licenza di caccia ad attivarsi direttamente per difendersi dai cinghiali, sotto il coordinamento di un agente responsabile individuato dalla Polizia Provinciale e dalla Polizia della Città metropolitana di Firenze.
Un provvedimento molto atteso dalle associazioni degli agricoltori che lo invocavano da un pezzo. Per il momento limitato al periodo dell’emergenza sanitaria ma la speranza degli agricoltori è, come auspica per esempio Coldiretti, che diventi una norma definitiva. Se questo dovesse accadere c’è da scommettere che ambientalisti e animalisti daranno battaglia.

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1 Commento

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  • Stanno esagerando, non se ne può più di questo manipolo di sparatutto, entrano nelle proprietà privata, ammazzano animali da compagnia in continuazione, ammazzano e feriscono altri cacciatori e persone normali ora in questo momento di pandemia devono andare avanti e indietro mentre tutti i cittadini sono obbligati a rispettare le regole…
    È ora che qualcuno metta delle regole, anzi che si abolisce la caccia ,punto…