I due giornalisti toscani hanno presentato a Firenze “2050 La guerra dei ghiacci” che disegna il futuro del pianeta unendo ricerca e geopolitica.
Redazione
30 ottobre 2025
FIRENZE – Il ghiaccio si scioglie e con esso si sciolgono gli equilibri del mondo. Il progressivo riscaldamento del Polo Nord sta aprendo nuove rotte commerciali, scoprendo immense riserve di risorse naturali e ridisegnando i confini della competizione internazionale. L’Artico non è più soltanto un territorio di ricerca scientifica ma il teatro dove si misurano ambizioni economiche, strategie militari e fragilità ambientali che anticipano le crisi del XXI secolo.
Il libro 2050 La guerra dei ghiacci (ItaliensPR editore) appena presentato a Firenze rappresenta un affresco eclettico che racconta la trasformazione della regione più estrema del pianeta in uno dei principali laboratori del futuro globale. Gli autori Cecilia Sandroni e Giovanni Tonini uniscono competenze diverse per costruire un’analisi originale e plurale. Il loro approccio, che intreccia visione geopolitica e sensibilità umanistica, rende il libro un viaggio tra le trasformazioni fisiche e simboliche del Grande Nord.
2050 La guerra dei ghiacci non è un semplice studio accademico ma un testo dinamico che proietta il lettore nel futuro, mostrando come le scelte di oggi determineranno la vita quotidiana di milioni di persone nel mondo di domani.
L’opera dedica un’attenzione particolare al ruolo dell’Italia, analizzando la strategia nazionale nell’area artica, la presenza della Marina Militare nel programma High North e l’impatto che le rotte polari potrebbero avere sul traffico mediterraneo e sui porti italiani.
Per gli autori “il libro vuole farsi portavoce dell’impegno etico della piattaforma, cioè dare voce alle comunità indigene, denunciare l’epistemicidio culturale e raccontare la resilienza di chi vive nelle regioni più vulnerabili del pianeta. Dalla ‘solastalgia’ all’ingiustizia climatica, il libro restituisce dignità e memoria ai popoli artici, oggi simbolo universale della lotta contro l’omologazione globale”.
Nella prefazione l’antropologo Federico Prizzi sottolinea come “l’Artico sia veramente cambiato: da regione periferica a teatro di competizione globale dove ambiente, economia e sicurezza si intrecciano in modo inedito”. Dalle dispute tra potenze occidentali sul Northwest Passage alle ambizioni della Cina che si definisce “Stato sub-artico”, dalle conseguenze della guerra in Ucraina sulla cooperazione scientifica al ritorno della Groenlandia al centro delle strategie mondiali, 2050 La guerra dei ghiacci è una bussola per orientarsi in un mondo in rapido mutamento.


















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