Agricoltura

Le associazioni di categoria: agricoltura toscana in ginocchio

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Con l’emergenza coronavirus la riduzione dell’export e della domanda di prodotti da parte di mense e mercati sta mettendo a dura prova i diversi comparti dell’agricoltura toscana.

 

di Marcello Bartoli

L’emergenza coronavirus ha travolto come uno tsunami tutti i settori economici. Nell’agroalimentare in particolare c’è stato un crollo della domanda dopo la paralisi del turismo, i ristoranti vuoti, la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà dell’export. E così un grido di allarme si è levato in questi giorni dal mondo agricolo toscano, con le associazioni di categoria che lanciano un appello alle istituzioni affinché si faccia il possibile per arginare il disastro.

In grande difficoltà sono le aziende del settore ortofrutticolo con la chiusura delle mense, a cominciare da quelle scolastiche. “E’ un dramma – lamenta Antonio Tonioni, presidente sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana – da una parte i nostri prodotti freschi rimangono in magazzino invenduti e siamo costretti a buttarli via, dall’altra non incassiamo più un euro e siamo senza alcuna liquidità. Lo stesso vale per i mercati perché gli ambulanti che vendono prodotto locale non comprano più non avendo piazze in cui vendere. Siamo finiti in un circolo vizioso che rischia di far chiudere noi, aziende di filiera del settore ortofrutticolo. Sta andando letteralmente al macero quel lungo lavoro che in questi anni avevamo fatto sui prodotti agricoli della Toscana per garantire alimenti freschi e certificati riducendo, grazie alla filiera corta e al Km Zero, l’impatto ambientale”.

“La situazione economica è molto preoccupante – fa eco Giordano Pascucci, direttore CIA Toscana – perché dobbiamo far fronte a una pesante riduzione dei consumi. Come CIA abbiamo proposto di tenere attivo un tavolo economico (proposta accolta dallo stesso presidente Rossi) per valutare le ricadute economiche dell’emergenza sanitaria: allarmante la riduzione di export e turismo interno anche per l’annullamento di manifestazioni e fiere che sono state rinviate in Italia e all’estero”.

In caduta libera anche la vendita al dettaglio dei fiori e delle piante fiorite in vaso, secondo la stima tracciata da Coldiretti Toscana, con ripercussioni sul mercato interno a danno delle aziende florovivaistiche toscane che registrano il crollo del 50% degli scambi di fiori di stagione come viola ciocca e tulipani, mentre l’export risulta congelato a causa dello stop degli ordini dall’estero. “E sull’agroalimentare toscano non si vede una soluzione a breve – è la fosca previsione di Coldiretti – visto che per oltre la metà (51%) delle aziende l’impatto economico negativo è purtroppo destinato a durare nel tempo”.

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