Ecosistema

L’enigma dei delfini, salgono a cinque quelli spiaggiati in Toscana da lunedì

La Stenella ritrovata alle Saline di Orbetello (foto Arpat)
La Stenella ritrovata alle Saline di Orbetello (foto Arpat)
L’ultimo è una Stenella trovata a Orbetello. L’assessore Fratoni: chiesto al ministero dell’Ambiente e all’Ue un sito protetto per i Tursiopi nell’Arcipelago toscano.

 

di Marcello Bartoli

L’ultimo è una Stenella ritrovata a Orbetello presso la spiaggia delle Saline. Sale così a 5 il numero dei delfini spiaggiati in Toscana da lunedì. Tutti gli altri decessi riguardano giovani esemplari di Tursiopi, la specie più diffusa vicino alle nostre coste. Le cause sono ancora misteriose – i veterinari dell’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, sezione di Pisa stanno eseguendo le necroscopie – e per il momento ogni ipotesi è aperta. Ma molti esperti sono d’accordo nel sostenere che l’inquinamento del nostro mare è alla radice del problema.

“Stiamo monitorando attentamente 24 ore su 24 la situazione tramite l’Osservatorio Toscano per la Biodiversità – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni – Attendiamo gli esiti delle analisi a cura dell’Istituto zooprofilattico di Pisa e ci auguriamo che possano fare chiarezza sulle cause di queste morti. Siamo preoccupati, e questo rafforza l’importanza del lavoro che stiamo portando avanti da tempo con il ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea per l’istituzione di un Sic del Tursiope in Toscana, un’area nel mare dell’Arcipelago a nord dell’isola d’Elba in cui questa specie possa essere finalmente tutelata grazie a regole precise“.

In Toscana, grazie all’Osservatorio Toscano per la Biodiversità, nessuno spiaggiamento sfugge più alla rete coordinata dalla Regione con Arpat, la Direzione Marittima, l’Università di Siena e oltre 60 partner, sia pubblici che privati.

Gli spiaggiamenti di mammiferi marini registrati dall’inizio dell’anno non sono stati molti di più rispetto alla media degli anni precedenti: 21 casi a fronte dei 26 dello stesso periodo del 2018. E’ la concentrazione di morti di esemplari giovani nell’arco di pochi giorni a essere inquietante, tanto da far pensare a un’epidemia. Per ora non rimane che aspettare i risultati delle necroscopie, che arriveranno tra una ventina di giorni.

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