Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

L’inghippo del riciclo: perché non si riesce ancora a chiudere il cerchio?

rifiuti-riciclaggio_Toscana-ambiente
L'arrivo dei materiali da selezionare allo stabilimento Revet di Pontedera (foto da www.revet.com)

La catena del riciclaggio gira bene per vetro, carta e alluminio, molto meno per legno, plastica, inerti, tessili e organico. Eppure qualche rimedio ci sarebbe.

 

di Sandro Angiolini
29 gennaio 2023

È uscita questa settimana la notizia della pubblicazione di un interessante rapporto della EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) sul funzionamento dei mercati di riciclaggio relativi alle 8 principali “materie seconde”: per intenderci materiali usati come plastica, vetro, legno, etc.
La maggioranza di noi conosce bene cosa vuol dire tutto questo: dai problemi nel capire cosa mettere in quale contenitore, alle campagne di promozione (non sempre convincenti) della raccolta differenziata e dei consorzi nazionali che seguono l’intera filiera del riciclaggio, ai dati spesso sconfortanti riguardanti la dispersione nel territorio di questi materiali in discariche abusive che aspettano solitamente degli anni prima di essere ripulite.

È chiaro quindi che un buon funzionamento della catena del riciclaggio, a partire da impianti in grado di farlo con efficacia (e in Toscana ne abbiamo pochi) sarebbe auspicabile, anche perché attualmente smaltire gli stessi materiali come “rifiuti” costa spesso cifre molto elevate a imprese e a privati cittadini.

Cosa ci dice il rapporto EEA? Sembra che solo per tre tipi di materiali (alluminio, carta/cartone e vetro) le cose girino per il verso giusto, intendendo con questo termine il fatto che tutti gli attori della filiera – a cominciare dai semplici consumatori – sono bene informati, che i mercati sono aperti e trasparenti e che i materiali riciclati trovano una facile collocazione, rivestendo un ruolo importante nel consumo complessivo.

Per gli altri cinque invece non ci siamo. Per legno, plastica, rifiuti inerti (per esempio quelli derivanti dal settore edile), residui tessili e organico ci sono vari problemi: le quantità raccolte e avviate al riciclo sono relativamente modeste, la loro domanda è limitata e spesso non esistono standard di qualità comuni che potrebbero facilitare lo sviluppo dei mercati.
Qualche rimedio ci sarebbe:

incentivare la progettazione di nuovi prodotti più facilmente riciclabili nelle loro diverse componenti;
– richiedere per legge che sempre più beni contengano una % minima di materiali derivanti da riciclaggio;
– definire quegli standard comuni che abbiamo visto mancare per alcune categorie. E tassare invece quei prodotti fatti di materia “vergine”, spesso realizzati con alte emissioni di CO2.
Ah, dimenticavo: l’Italia è un paese dove è proibito parlare di nuove tasse…

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.