Rifiuti e riciclo

Mascherine monouso a scuola, Zero Waste al Governo: fermatevi, le alternative ci sono

bambini mascherina scuola
In una lettera aperta a Conte l’organizzazione ambientalista chiede un tavolo di confronto e offre una soluzione già pronta per conciliare tutela della salute e dell’ambiente.

 

“Una decisione scellerata, malsana e diseducativa”. Così Zero Waste Italy definisce la decisione del Comitato tecnico scientifico, fatta propria dal Governo italiano, di imporre nelle scuole l’uso di mascherine usa-e-getta. Che si traduce una valanga di 11 milioni di dispositivi al giorno.
Bene che la scuola si faccia carico della tutela della salute, dice l’organizzazione, ma non al prezzo di una quantità insostenibile di rifiuti destinati a essere inceneriti. Le alternative concrete ci sono, basta volerle vedere.
Nella seguente lettera aperta Zero Waste Italy chiede al Governo un passo indietro e l’apertura di un tavolo di confronto.

Da quest’anno l’obbligo scolastico si accompagnerà all’obbligo per docenti, personale e alunni di indossare le mascherine a partire dall’età di sei anni.
Come era prevedibile, in assenza di soluzioni per debellare il virus il rischio contagio rimane alto per cui l’uso delle mascherine si prefigura come una di quelle precauzioni a cui non potremo rinunciare, almeno nel breve periodo.

Che la scuola si faccia carico della tutela della Salute e della responsabilità giornaliera di consegnare la mascherina perfettamente pulita e ritirare la mascherina usata riteniamo sia la cosa più saggia e sicura da fare, evitando di delegare una questione così delicata alla gestione famigliare mettendo a repentaglio la sicurezza.
Che la scuola venga inondata di 11 milioni di mascherine usa e getta al giorno è invece quanto di più scellerato, inquinante, malsano, diseducativo si potesse leggere.

Il punto non è la tipologia della mascherina – chirurgica o di stoffa? – ma la salvaguardia della salute.
A questo proposito, appare semplicemente inconcepibile come la migliore pensata per tutelare la salute, nella fattispecie dal Covid-19 che aggredisce i polmoni, sia un boom di produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati da bruciare negli inceneritori.

Lo scorso giugno come Zero Waste Italy abbiamo siglato un Protocollo di intesa con una cooperativa bolognese che offre l’alternativa concreta sotto ogni punto di vista: “Eta Beta cooperativa sociale”.
Ci sono voluti mesi di ricerche ma ad oggi il sistema industriale è pronto ed Eta Beta è in grado di offrire un servizio improntato alla sostenibilità e al tanto citato ‘green deal’ che invochiamo in nome di un urgente cambio di passo:
noleggio di mascherine certificate e prodotte in Italia (Eta Beta noleggia e lava sia DM che DPI compresi camici, copricapo e copriscarpe);
lavaggio con procedura certificata con uso di detersivi ecolabel e con lavatrici attente al consumo di acqua;
consegna e ritiro a cura della cooperativa, garantendo sacchi e ambienti sterili.

Un progetto che coniuga creazione di occupazione ed economia locale, una modalità di azione tracciabile, certificata e a garanzia di tutti i soggetti coinvolti, il risparmio di quegli 11 milioni di mascherine usa e getta al giorno e che finalmente trasmette alle nuove generazioni una visione rispettosa e compatibile con il Pianeta.

Non stiamo parlando di utopie ma di una realtà già attiva, visitabile e disponibile a mettere a disposizione il proprio know-how affinchè il lava-nolo si possa replicare in ogni Regione.
In questo momento la facoltà di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali di Bologna – nelle persone di Francesco Violante e Cristiana Boi – in collaborazione con la Medicina del Lavoro dell’ospedale del Sant’Orsola di Bologna, allo scopo di pubblicare uno studio scientifico stanno svolgendo ulteriori ricerche per dimostrare come la carica virale del virus venga abbattuta tramite il lavaggio.

Il nostro impegno come “Zero Waste Italy” nella diffusione di buone pratiche ci fa dire che un mondo senza rifiuti è possibile se aboliamo l’usa e getta e ci decidiamo ad accettare che le alternative stanno proprio sotto il nostro naso. Invitiamo dunque il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e tutto il Governo a un netto ravvedimento e auspichiamo un confronto responsabile e chiarificatore mettendo sul tavolo benefici e costi, non solo economici ma anche ambientali e sociali.

Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy
Laura Lo Presti, coordinatrice del progetto Europeo “Transitioning to a Zero Waste Europe”