Rifiuti e riciclo

Mascherine usa-e-getta, il problema approda al Consiglio regionale della Toscana

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Mozione della consigliera Dem Valentina Mercanti chiede di adottare quelle riutilizzabili certificate. A cominciare dagli uffici della Regione.

 

di Gabriella Congedo

Approda in Consiglio regionale il problema delle mascherine “usa e getta”. Che sta diventando un affare serio, come ormai tutti sanno. Secondo i calcoli della commissione Ecomafie si tratta di 44 tonnellate al giorno di rifiuti non riciclabili da smaltire tramite incenerimento. Senza contare quelle che finiscono gettate a terra e nei corsi d’acqua, e da lì in mare.
Per questo motivo la consigliera regionale del Pd Valentina Mercanti ha presentato una proposta che invita la Regione Toscana ad adottare una serie di azioni per estendere l’uso delle mascherine certificate riutilizzabili.

Si tratta di una mozione, firmata tra gli altri anche dal capogruppo Vincenzo Ceccarelli e dal consigliere Mario Puppa, che vuole impegnare la Giunta regionale a mettere in campo “specifici interventi finalizzati a sensibilizzare, anche mediante campagne specifiche, l’intera popolazione regionale sui benefici derivanti dall’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie riutilizzabili certificati, contribuendo così a ridurre l’inquinamento causato dalle difficoltà di smaltimento delle mascherine monouso e minimizzando la produzione complessiva dei rifiuti”. E si chiede che siano gli uffici pubblici, a partire da quelli regionali, a dare il buon esempio incentivando “l’utilizzo delle mascherine riutilizzabili anche all’interno dei luoghi istituzionali presenti sul territorio regionale a partire dai locali della Regione Toscana e dei suoi enti dipendenti, favorendo l’adozione di simili iniziative anche da parte degli enti locali toscani”.

Valentina Mercanti PD
Valentina Mercanti (foto da profilo Facebook)

«Le mascherine ‘usa e getta’ – spiega Mercanti – sono composte prevalentemente da microfibre di plastica ma non possono essere riciclate. Questo sta causando ulteriori rifiuti indifferenziati e quindi un sensibile peggioramento dell’inquinamento ambientale. Ecco perché sarebbe opportuno orientare i cittadini, come stanno già facendo molte istituzioni e associazioni, verso l’uso di mascherine lavabili e riutilizzabili certificate”.

Tra l’altro il Parlamento europeo lo scorso febbraio ha approvato una risoluzione che, tra le azioni per l’economia circolare, chiede alla Commissione di garantire che tutti i prodotti immessi sul mercato UE funzionino bene, siano durevoli, riutilizzabili, non tossici e che possano essere aggiornati e riciclati. E la Regione Toscana nel 2020 ha approvato la legge “Disposizioni in materia di economia circolare per la gestione dei rifiuti”.

Buoni propositi che non devono rimanere sulla carta. E visto che dovremo usare le mascherine ancora per un pezzo almeno limitiamo i danni con quelle riutilizzabili e certificate, ormai sono parecchie le aziende che le producono. “E la Regione Toscana – conclude la consigliera regionale – potrebbe dare il buon esempio promuovendone l’uso tra i suoi dipendenti in tutte le sedi di lavoro e facendo in modo che vengano adottate da tutti gli enti locali toscani».

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