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Montecatini vuole uscire dal Centro Ricerca del Padule di Fucecchio. I volontari: “Ripensateci”

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Gli Amici del Padule di Fucecchio a sindaco e consiglieri: “Non riusciamo a comprendere le ragioni di questa scelta”.

 

MASSA E COZZILE (Pt) Nell’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale di Montecatini di martedì 30 novembre è stata inserita la proposta della Giunta di recedere dal Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio. “Una scelta che sinceramente non comprendiamo”, commentano gli Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità che nella seguente lettera aperta chiedono a sindaco e consiglieri di ripensarci.

Gentile Sindaco e gentili Consigliere e Consiglieri del Comune di Montecatini Terme,
la nostra associazione di volontari, Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità, ha per finalità statutarie l’impegno per la conservazione della biodiversità e il sostegno delle aree protette; la nostra attività si concentra specialmente a favore del Padule di Fucecchio. Da vari anni collaboriamo con il Centro di Ricerca e Documentazione (CRDP) dedicando parte del nostro tempo libero ad attività di varia natura (apertura al pubblico delle strutture della Riserva Naturale, lavori di manutenzione, supporto ad attività di monitoraggio della fauna ecc).

Abbiamo ritenuto importante effettuare questa breve comunicazione dopo aver appreso che nell’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale di Montecatini di martedì 30 novembre è stata inserita la proposta della Giunta di recedere dal Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio.
Affinché comprendiate a pieno i motivi di questo nostro intervento dobbiamo fare una doverosa premessa di carattere generale.

Uno dei motivi che per anni hanno spinto noi volontari a dare supporto ai professionisti e agli amministratori del Centro di Ricerca e ad impegnarci per mantenere in attività i servizi offerti dal Centro, nonostante le notevoli difficoltà generate da recenti scelte politiche che riteniamo inappropriate, è stata la consapevolezza dell’importanza fondamentale che le zone umide hanno nella conservazione della biodiversità e nel contrasto ai cambiamenti climatici.
È ormai noto che l’incremento dei “gas serra” nell’atmosfera e il conseguente cambiamento climatico in atto sono dovuti in gran parte all’utilizzo di fonti energetiche fossili. Tuttavia la velocità con la quale viene data una risposta, per vari e complessi motivi, non è proporzionale alla gravità del problema, e appare sempre più evidente che la transizione verso le fonti rinnovabili e il solo approccio tecnologico non sono sufficienti.

Quello che sfugge alla maggior parte delle persone è che la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità rappresenta l’altro pilastro fondamentale di una reale transizione ecologica: è efficace, è economicamente e socialmente vantaggiosa, è applicabile da subito. Pochi sono a conoscenza che gli ecosistemi naturali, marini e terrestri, attualmente assorbono circa la metà dell’anidride carbonica immessa annualmente nell’atmosfera per effetto delle attività umane. In assenza di questo fondamentale servizio ecosistemico (che si somma ad altri primari servizi) la quantità di anidride carbonica che oggi sarebbe presente nell’aria sarebbe molto superiore agli attuali 410 ppm (parti per milione) e l’entità della variazione della temperatura media globale sarebbe molto maggiore a quella stimata di circa 1 °C.
Questo è quanto hanno affermato nei loro report i gruppi intergovernativi sul Cambiamento climatico (IPCC) e sulla Biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) delle Nazioni Unite.

La maggior parte delle persone pensa che la conservazione serva “solo” a salvare dall’estinzione un certo numero di specie animali e vegetali che si trovano in situazione critica. Pochi sanno che la perdita di biodiversità e la crisi climatica sono interdipendenti: se una si aggrava anche l’altra segue la stessa tendenza.
In altre parole, come è stato ben riportato nella strategia dell’U.E. sulla biodiversità per il 2030, senza un impegno straordinario per tutelare e, laddove necessario, ripristinare gli ecosistemi naturali terrestri e marini, ogni altro sforzo sarà inutile, perché verrà a mancare il fondamentale contributo che essi ci offrono per contrastare il cambiamento climatico e per consentirci di adattarci ad esso.

Quanto sopra è stato declinato su scala locale dal Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio in trent’anni di attività. Il Padule di Fucecchio rappresenta infatti un hotspot della biodiversità e un ecosistema capace di offrire servizi fondamentali come la difesa idrogeologica, la depurazione delle acque, l’opportunità di godere di un ambiente di rara bellezza.
Il Centro di Ricerca ha infatti introdotto per primo, in maniera qualificata e continuativa, la disciplina della conservazione basandosi su elementi tecnico-scientifici. Lo ha fatto attraverso l’educazione ambientale e la divulgazione e, per oltre vent’anni, attraverso la corretta gestione della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio.

Naturalmente questo è il nostro punto di vista; ci potranno essere opinioni differenti e altrettanto rispettabili. Quando l’anno scorso abbiamo cercato di comprendere le motivazioni della proposta del Sindaco di recedere dal Centro non siamo riusciti, magari per nostro difetto, a capire quali ragioni di merito fossero alla base di questa scelta.

Agli importanti aspetti a cui abbiamo accennato sopra si aggiungono altre considerazioni di carattere più specifico che brevemente esponiamo di seguito: Montecatini è un Comune trainante per la promozione turistica di tutta la Valdinievole; in passato vi è stata una importante collaborazione con il Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio. Quest’ultimo ha offerto un servizio qualificato e ininterrotto di orientamento dei visitatori e organizzazione di eventi e visite guidate. A maggior ragione, adesso che gli stabilimenti termali storici di Montecatini sono divenuti patrimonio UNESCO, con la conseguente prospettiva di un incremento significativo dei flussi turistici sulla Valdinievole, recedere da questa collaborazione qualificante è una scelta che sinceramente non comprendiamo.

Fra l’altro quella di recedere ci sembra anche una scelta in contro-tendenza, dato che alcuni Comuni importanti del comprensorio hanno manifestato l’intenzione di entrare o di rientrare a far parte del Centro.
Da parte nostra l’auspicio è di ricomporre quel clima che aveva portato tanti anni fa molte amministrazioni e soggetti associazionistici a unire le forze per superare ataviche divisioni e avviare un processo di collaborazione allo scopo di tutelare un’area di grande valore naturalistico, ma anche un’area con una forte valenza identitaria per le comunità della Valdinievole. In questo senso vogliamo anche sottolineare il grande contributo che il Centro ha dato ai fini del recupero di antiche tradizioni e mestieri e, più in generale, ai fini di una valorizzazione culturale e turistica di quest’area.

Indipendentemente dalla decisione che ciascuno di voi prenderà, desideravamo che conosceste anche la nostra opinione. A tale scopo saremo a disposizione fino a un minuto prima del voto.

Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità

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