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Morti per tumore a Casalguidi, in molti chiedono la verità

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Dopo la morte per sarcoma osseo di una diciottenne cittadini e associazioni domandano chiarezza e la bonifica dei pozzi inquinati e della discarica.

 

di Marcello Bartoli

SERRAVALLE PISTOIESE (Pt) – Il picco di tumori rari concentrati nelle frazioni di Casalguidi -Cantagrillo ha fatto la sua seconda vittima: Matilde Capecchi, 18 anni, scomparsa venerdì notte dopo il ricovero in terapia intensiva in seguito a un arresto cardiaco. Da due anni combatteva con un sarcoma osseo. A febbraio 2018 lo stesso male aveva causato il decesso del 28 enne Alessandro Fiaschi. Matilde Capecchi era uno dei casi tenuti sotto osservazione dall’Asl, che sta portando avanti un’indagine epidemiologica ad ampio raggio, concentrandosi anche sull’analisi dell’acqua che i cittadini bevevano prima del 2002.

Già dalla seconda metà del 2017 il territorio che grava intorno a Casalguidi aveva segnalato al Dipartimento regionale 8 casi di sarcomi dei tessuti molli concentrati nelle frazioni di Casalguidi-Cantagrillo (popolazione di circa 6.500 abitanti), tumori comunque non riconducibili a fattori specifici ma che possono essere originati da cause varie.

Nel 2019 diverse associazioni ambientaliste avevano suggerito la possibilità di una correlazione tra l’inquinamento delle falde acquifere da cloruro di vinile e pesticidi e la concentrazione anomala di tumori. A metà febbraio di quest’anno si era riunito, presso il dipartimento di prevenzione di Pistoia, il gruppo di lavoro che da tempo si occupa dei “tumori rari” segnalati dai medici di Medicina generale e rilevati nell’arco di cinque anni (2014-2018) nell’area, allo scopo di appurare le cause dei casi di sarcomi e tumori rari in un’area così ristretta, facendo poi seguire delle inchieste epidemiologiche con i nuclei familiari.

Sempre a febbraio, dopo una nuova campagna di indagine sui pozzi nella zona di via del Redolone, ARPAT faceva sapere che il livello di concentrazione di Cloruro di vinile nei pozzi privati era leggermente migliorato rispetto all’anno precedente, rilevazione questa che comunque non modificava lo stato di contaminazione dell’area.

Sull’inquinamento di questi pozzi la procura di Pistoia ha aperto un’indagine lo scorso 17 gennaio partendo dalla presentazione di due diversi esposti, uno dei quali di Legambiente Pistoia. Per quanto riguarda l’analisi epidemiologica dell’Asl i risultati erano attesi per febbraio, ma la data di rilascio è slittata in avanti a causa del Coronavirus.

“La presenza della discarica, in molti casi all’origine dell’inquinamento da solventi clorurati e l’attività vivaistica – hanno dichiarato quest’oggi Tommaso Fattori e Paolo Sarti di Sì Toscana a Sinistra – sono fra le possibili cause di quel che sta accadendo e non c’è più tempo da perdere. La Regione, i Comuni e tutte le autorità preposte devono fare chiarezza quanto prima e procedere con urgenza alla bonifica dei pozzi inquinati nell’area. Nessuno deve più morire a causa dell’inerzia di chi ha il dovere di tutelare la nostra salute”.

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