Ecosistema

Nasce a Firenze Forest Sharing, la start up che crea una community dei boschi

Foreste-Toscana-boschi
Una spin off dell’Università di Firenze lancia la piattaforma dove i proprietari di boschi abbandonati entrano in una rete che li aiuta a gestirli in modo sostenibile.

 

Redazione

FIRENZE – Un bosco abbandonato rende il territorio più fragile. Per prendersene cura è nata a Firenze Forest Sharing (www.forestsharing.it), la prima piattaforma digitale dove i proprietari di boschi si incontrano tra loro e con imprese e professionisti danno vita a una comunità per creare valore condiviso da boschi abbandonati o non gestiti.

L’idea nasce dall’incontro tra ricercatori del dipartimento di Scienze Forestali con imprenditori e professionisti fiorentini dell’economia circolare, che hanno deciso di unire le forze per dare vita a una start up innovativa: Bluebiloba, spin off dell’Università di Firenze. Forest Sharing si rivolge a tutti i proprietari di boschi che non riescono a gestirli in autonomia e possono trovare così una community dove vengono messi in contatto con professionisti del settore e altri proprietari che lo aiuteranno a valorizzare il suo bosco in maniera condivisa e sostenibile.

Come funziona la piattaforma

Forest Sharing è facile da usare. Il proprietario si iscrive (è gratis), inserisce i dati del proprio bosco e sceglie quale modalità di gestione adottare (taglio legname, valorizzazione ricreativo turistica, mantenimento). I tecnici di Forest Sharing analizzano le particelle forestali e scelgono insieme a lui la soluzione migliore.
Il proprietario che si iscrive alla piattaforma può continuare a gestire in autonomia il suo bosco, usufruendo allo stesso tempo delle opportunità della community, oppure affidare la gestione a Forest Sharing, concordando con i tecnici come gestire e valorizzare il proprio terreno, anche dal punto di vista economico.

I principali servizi offerti da Forest Sharing

1- Matching con aziende del settore: accesso al network di imprese che costituiscono l’intera filiera forestale (imprese boschive, associazioni di trekking, costruttori di parchi avventura, studi di progettazione e consulenza).
2- Selvicoltura di precisione per una migliore conoscenza del territorio e delle dinamiche ambientali. Permette una gestione ottimizzata e sostenibile delle attività sul campo.
3- Partecipazione ai bandi con lo sviluppo di progetti congiunti per ottenere contributi regionali ed europei, come il Piano di Sviluppo Rurale e il Programma LIFE).

“La cura del territorio può coesistere con nuove opportunità di sviluppo – spiegano i promotori -. Crediamo che creare una nuova filiera corta e virtuosa per i prodotti forestali sia anche un modo per contrastare l’inquinamento e l’illegalità, un modo nuovo, condiviso e sostenibile di guardare le foreste italiane”.

Tags