Ecosistema

Nido di tartaruga a San Vincenzo, la metà non ce l’ha fatta

Le uova recuperate  dopo l'apertura del nido (foto Tartamare Onlus)
Le uova recuperate dopo l'apertura del nido (foto Tartamare Onlus)
Il bilancio è di 58 tartarughine nate su 103. La causa più probabile il caldo umido eccessivo che ha fatto marcire le uova e consumato l’ossigeno nella camera del nido.

 

SAN VINCENZO (Li) – Molte di loro non ce l’hanno fatta. Nella notte tra venerdì e sabato é finita l’avventura del nido di Caretta caretta nella spiaggia di Rimigliano a San Vincenzo. Il bilancio è di 58 tartarughine nate su 103, circa la metà. Una nidificazione che non ha avuto lo stesso successo di quella dello scorso anno  a Marina di Campo (Isola d’Elba), dove quasi tutte le schiuse erano andate a buon fine.

A San Vincenzo le prime 45 tartarughe erano nate nella notte tra il 28 e il 29 luglio. Fin dal 21 luglio, all’approssimarsi della scadenza del periodo di incubazione, il nido veniva presidiato 24 ore su 24 dai volontari dell’associazione Tartamare e del WWF. Era stato anche costruito un corridoio di legno a protezione del percorso dei neonati verso il mare.

“Il sospetto che qualcosa non stesse andando per il verso giusto l’avevamo avuto già da alcuni giorni osservando il pattern d’emersione, molto diverso da quello classico – spiegano dall’associazione Tartamare -. Dopo la prima uscita regolare di 45 piccoli, nei 4 giorni successivi sono uscite quando poche tartarughe, quando una sola, quando nessuna”.

Sulle cause si possono fare solo ipotesi: “Già dal primo scavo la sabbia al livello delle uova ci è parsa molto umida, forse a causa della fitta vegetazione retrostante, in decomposizione e molto calda. Questo probabilmente ha generato un microclima che ha favorito il proliferare di larve, il marcimento delle uova e la putrefazione dei piccoli morti. Il perdurare di questo processo di putrefazione, accelerato dalle condizioni climatiche, ha causato a sua volta un consumo di ossigeno all’ interno della camera del nido”.

Forse si poteva fare di più, ma è difficile dirlo a posteriori. Rimane, a testimonianza dell’impegno dei volontari, il salvataggio di 6 tartarughine: “Siamo riusciti a estrarre dalla sabbia e da quella camera ormai completamente inospitale e asfittica 6 tartarughine ancora vive e a restituirle al mare: quelle piccole tartarughe sono il segno che la vita è più forte, sono riuscite a sopravvivere intrappolate in condizioni anossiche per giorni. Adesso che hanno iniziato il loro viaggio  auguriamo loro, come alle altre 52 che sono emerse autonomamente, che sia un viaggio molto lungo”.

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