Opinioni

“Non siamo (solo) una discarica”. La Valdera in piazza

Foto di Lorenzo Somigli
Foto di Lorenzo Somigli

C’è un popolo di una terra avvelenata e quindi conflittuale che non ci sta ad essere eletta a discarica di tutta la Regione Toscana.

 

di Lorenzo Somigli
27 ottobre 2024

PONTEDERA (Pi) – Il popolo che torna in piazza è di per sé un segnale positivo. I molti che dormono hanno bisogno di una scintilla. Serve un risveglio, una resipiscenza dopo tanti anni di disimpegno e disinteresse per una rinascita civica e spirituale, e materiale di conseguenza. Poi servono le denunce, i volantini e gli atti formali, i processi – con i loro tempi -, gli articoli di giornale e i servizi, come quello coraggioso sul sistema – senza eco – Peccioli andato in onda venerdì 25 ottobre sulla Rai per dare corpo alla lotta.

Azioni giuste a toccare nervi scoperti, per scatenare il cortocircuito in un sistema che si arrocca. Azioni concentriche e soprattutto continuative, necessariamente collettive o, meglio ancora, coordinate. C’è un popolo di una terra avvelenata e quindi conflittuale, che non ci sta a essere eletta a discarica di tutta la regione Toscana. Si apprende, infatti, che la Valdera, 2% del territorio toscano, riceve quasi il 50% dei rifiuti. Circa 70 le sigle presenti, dai comitati alle associazioni, tanti i giovani.

Certo, non mancano le note negative della, rara e quindi positiva, manifestazione a Pontedera. Tamburi e musiche allegre, al netto di quelle melodiose e al tempo stesso arrabbiate che richiamano Fairuz e il Medio Oriente bombardato, rendono una manifestazione seria, su un tema vitale, meno centrata e più confusionaria. Con rispetto parlando degli africani che hanno tambureggiato, i cui popoli lottano per la vita, ogni giorno, e insegnano cosa vuol dire la lotta per l’indipendenza da appetiti vecchi e nuovi.

I veleni, come le morti sul lavoro, sono una sfaccettatura del capitalismo nella fase attuale. Non che prima gli animal spirits fossero meno voraci ma esistevano delle contromisure e, comunque, le vite operaie servivano per massimizzare gli utili. Oggi tutto è stato conquistato, capitalista è ogni nazione al mondo, lo è il Vietnam, lo è la Cina con il suo particolare capitalismo politico e della sorveglianza.

Liquidate le conquiste sociali del Novecento, come tentò di mettere in guardia Ken Loach, dopo una mostruosa contrazione dei diritti da quattro anni a oggi, le masse sembrano aver perso la contezza dei loro diritti, in quanto lavoratori e uomini. Eppure, dove ci sono fuochi ci sono persone. Tutto dipenderà dal comprendere i fenomeni, macro e limitati al 2% del territorio toscano, e saldare le lotte.

Lorenzo-Somigli

Lorenzo Somigli è giornalista pubblicista e ufficio stampa. Scrive regolarmente su riviste italiane ed estere, come Transatlantic Policy Quarterly, concentrandosi su geopolitica ed energia e ha svolto reportage in Libano e Turchia. Ha realizzato studi sul federalismo e sui sistemi a pluralismo religioso pubblicati da Eurac e IACL. È collaboratore parlamentare e segue i lavori dell’VIII Commissione ambiente alla Camera.

 

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