Potendo raggiungere a piedi o in bici tutto ciò di cui si ha bisogno non si inquina, si fa esercizio fisico e si ha più tempo da dedicare ad attività più gradevoli.
di Sandro Angiolini
18 febbraio 2025
La notizia che ho scelto di commentare questa settimana in realtà è un intero numero speciale che il settimanale inglese The Economist (versione weekend) ha dedicato a un tema tutto sommato poco discusso in Italia: la vivibilità delle città rispetto a una mobilità più sostenibile. Qualcuno si chiederà perché una rivista solitamente incentrata su vicende politiche ed economiche internazionali abbia fatto una tale scelta. In realtà The Economist si occupa anche di scienza e di ambiente, con un approccio tendenzialmente problematico e oggettivo (che non guasta mai).
Il numero speciale (disponibile online per gli abbonati) include articoli dai titoli significativi:
- una classifica delle città al mondo più vivibili, nel senso che nel raggio di 15 minuti a piedi dalla propria abitazione si può trovare tutto quanto di cui si ha bisogno (compreso il proprio lavoro);
- due articoli dedicati a cammini, recentemente migliorati, da percorrere in Gran Bretagna;
- un articolo su cosa si apprende spostandosi a piedi da New York a Washington; e altri ancora.
Il primo articolo è quello che ovviamente mi/ci interessa di più, anche perché prende spunto da una ricerca effettuata da uno studioso italiano responsabile di un laboratorio a Roma che ha misurato la “accessibilità a piedi” di circa 10.000 città al mondo (tra cui 50 in Italia).
A parte qualcuno convinto che questo modello di città cosiddetta “A 15 minuti” (anche detta “città di prossimità”) sia il frutto di un complotto ordito dalla UE e/o da altri oscuri manipolatori per farci vivere tutti nello stesso modo (non scherzo: di recente ho conosciuto una signora che ne era assolutamente sicura), i vantaggi economici e ambientali del vivere in contesti del genere sono evidenti: andando a piedi o in bici non si inquina, si fa dell’esercizio fisico che migliora la nostra salute e si ha più tempo per dedicarci ai nostri cari e ad altre attività più gradevoli dello stare in coda dietro a un semaforo. Ecco perché la UE sta finanziando progetti per far sì che molte città possano garantire la fruizione di servizi essenziali (come negozi, ospedali, attività ricreative e culturali) nel raggio medio, appunto, di 15 minuti a piedi dalla propria residenza.
In teoria il Covid dovrebbe aver spinto in questa direzione, con la scelta di molte aziende di lasciar lavorare a casa i propri dipendenti per larga parte della settimana o del mese. Ma adesso, passata la pandemia, stanno facendo marcia indietro, con (stando ai sondaggi svolti) grande disappunto da parte dei lavoratori stessi.
Comunque, secondo lo studio, molte delle città italiane studiate sono vicine al concetto di città 15 minuti. Come la maggior parte delle città europee, sono antiche e una volta erano disegnate per funzionare a piedi, perciò non potevano esistere zone troppo esclusivamente residenziali. Le aree periferiche delle città italiane invece, soprattutto se costruite nella seconda metà del ‘900, sono spesso lontane dal concetto perché sprovviste di servizi e prettamente residenziali.
Curiosi di saperne di più? Allora cliccate su questo link e troverete la mappa mondiale.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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