Inquinamento

Montalbano, pesticidi record. Il Bio-Distretto chiede regole più severe

Foto dalla pagina facebook del Bio-Distretto del Montalbano
Foto dalla pagina facebook del Bio-Distretto del Montalbano
Una proposta in 21 punti ai sindaci del 10 Comuni: aree di rispetto, distanze minime da strade, abitazioni e punti di ritrovo, bando totale per i diserbanti più nocivi.

 

Redazione

PISTOIA, PRATO, FIRENZE – Un territorio pesantemente oppresso dai pesticidi, tanto da risultare, secondo i dossier di Arpat, Ispra e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, come una delle aree più inquinate al mondo. Dove vivai, vigneti e oliveti riversano nell’ambiente più residui di quanto gli obiettivi UE indichino come tollerabili in termini di rischio per la salute.

È da queste premesse inquietanti che il Bio – Distretto del Montalbano si è mosso per chiedere ai dieci Comuni del Montalbano (Carmignano, Quarrata, Poggio a Caiano, Monsummano, Serravalle Pistoiese, Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Larciano, Lamporecchio e Vinci) di introdurre regole più severe sull’uso dei fitofarmaci e di bandire quelli più nocivi, per tutelare la salute della popolazione e dell’ambiente. Lo ha fatto con una proposta concreta in 21 punti messa a disposizione dei sindaci, da inserire nei regolamenti di polizia rurale dei Comuni.

La proposta, come scrive il Bio-Distretto in una nota “è perfettamente in linea con le intenzioni e i propositi del “Manifesto per il futuro del Montalbano”, già approvato dai Consigli comunali dei Comuni del Patto del Montalbano, che tra gli obiettivi e le azioni prioritarie chiede di attivare procedure per limitare l’uso dei fitofarmaci e di intraprendere azioni che definiscano delle distanze minime da insediamenti, strade, scuole, corpi idrici”.

La proposta di regolamento del Bio-Distretto disciplina in 21 paragrafi l’impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree agricole ed extra agricole e prevede tra l’altro il divieto di utilizzare qualunque prodotto fitosanitario, non ammesso per l’agricoltura biologica, a distanze inferiori di 50 metri da strade pubbliche e piste ciclabili, parchi gioco per bambini, giardini pubblici, ospedali, luoghi di ritrovo, scuole, strutture sanitarie, cimiteri, borghi abitati e abitazioni in genere.

Dovranno essere protette anche le coltivazioni amatoriali e le aziende biologiche: è fatto obbligo agli operatori confinanti di utilizzare sui confini delle fasce tampone larghe almeno 10 metri, non coltivando nulla o impiegando esclusivamente fertilizzanti e prodotti fitosanitari ammessi in agricoltura biologica. La fascia tampone dovrà garantire nel modo più assoluto che nessun trattamento chimico contamini le produzioni confinanti.

Sarà vietata l’irrorazione di prodotti fitosanitari tossici o nocivi per gli organismi acquatici e comunque con effetti negativi per l’ambiente acquatico nella fascia di almeno 200 metri di distanza da corsi d’acqua, sorgenti, fiumi, pozzi, canali e altri corpi idrici.
Vicino ai punti di prelievo di acque destinate al consumo umano eventuali trattamenti convenzionali non ammessi in agricoltura biologica manterranno un’area di rispetto di 200 metri dal punto di captazione dell’acqua.
La proposta, che si chiede di inserire nei regolamenti comunali con la massima urgenza, è stata elaborata da cittadini del Montalbano (agricoltori e non) con l’aiuto di agronomi, geologi, biologi, politici e amministratori.