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Publiacqua pensa alle “autostrade” dell’acqua ma i movimenti sono critici

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“Torna in auge il Piano strategico regionale di Publiacqua ma nutriamo perplessità sulla gestione dei pozzi, dei depuratori e delle perdite”.

 

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua inerente la proposta di Publiacqua di costruire tre grandi condutture sotterranee per servire la Regione. 

La proposta rilanciata dal presidente di Publiacqua, Lorenzo Perra, prevede tre enormi condutture sotterranee: dal lago di Bilancino a Calenzano e Prato, 20 km per 100 milioni di euro rispetto ai 25 previsti; dall’impianto di Casa di Lupo a Porcari, poi Capannori fino a Serravalle Pistoiese, utilizzando le acque del Serchio, 55 km per 67 milioni di euro; dal lago di Montedoglio fino a Montevarchi e altri Comuni aretini, altri 18 milioni.

Il piano strategico regionale varato nel 2017 prevedeva, sostanzialmente, di interconnettere tutte le fonti di approvvigionamento di acqua potabile mediante megacondotte che avrebbero creato quasi un anello intorno alla Regione. Un piano mai attuato per l’enorme costo che si sarebbe dovuto sostenere, da riversare interamente sulle bollette dei cittadini. Hanno influito inoltre le proteste delle popolazioni residenti. C’è stata infatti una grande opposizione a Massa Carrara per il “tubone” che dalle Apuane avrebbe dovuto portare l’acqua a Livorno, come insorsero i cittadini del Mugello, già depredati di torrenti e pozzi a causa della Tav.

Adesso il presidente Perra ripropone tre megainterventi, con la giustificazione che costa troppo potabilizzare l’acqua dell’Arno. Vogliamo ricordare che tra i sei gestori della Toscana è Publiacqua che utilizza prevalentemente acque superficiali, affermando che fare tanti pozzi aumenta i costi. Tutti gli altri gestori privilegiano le acque profondeNon solo, vorremmo anche rammentare che i collettori fognari, tramite gli scolmatori, e i depuratori sono collocati sui corsi d’acqua ed è proprio qui che sversano i propri reflui. Forse se ne dovrebbe innanzi tutto aumentare l’efficienza depurativa, anche per mantenere in vita un essenziale ecosistema.

Sarebbe poi essenziale considerare che le gestioni idriche toscane perdono in media circa il 40% dell’acqua potabile immessa in rete. Publiacqua perde ogni anno, per metro di rete idrica lineare, addirittura quasi 11 metri cubi di acqua, l’equivalente di una piccola piscina.

A nostro parere sarebbe quindi più opportuno sostituire la rete idrica obsoleta e salvaguardare localmente le fonti di approvvigionamento dell’acqua potabile invece di devastare ancora una volta il territorio con nuove opere. Perché di grandi opere ne abbiamo subite già troppe e i risultati, con il notevole utilizzo di soldi pubblici, non sono stati certamente entusiasmanti.

Viene ora proposto di finanziare le autostrade dell’acqua con le risorse che arriveranno dal Recovery fund della Comunità Europea. Ma queste scelte deludono totalmente quella speranza che dopo la tragedia di una pandemia si fosse riflettuto sul nostro stile di vita e sulla gestione del nostro territorio e dei nostri beni comuni. Confermano invece quella visione di “sviluppo” che antepone l’utilizzo di grandi risorse per mega opere devastanti per l’equilibrio dell’ecosistema ai possibili e indispensabili problemi causati dalle tante fragilità del nostro sistema paese.

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