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Rifiuti tessili, gli abbandoni del Pratese lanciano l’ennesimo allarme

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In sette Comuni abbandonate e smaltite illegalmente 819 tonnellate di rifiuti tessili nel 2024 e 252 nei primi quattro mesi del 2025.

 

Redazione
20 giugno 2025

PRATO – In Europa il 78% dei rifiuti tessili prodotti nel vecchio continente finiscono inceneriti o in discarica. Percentuale che in Italia arriva all’81%. A febbraio Massimiliano Lanz, direttore del Centro nazionale rifiuti ed economia circolare dell’Ispra ha sottolineato che In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è intorno al 19%, un valore leggermente inferiore alla media Ue del 22%”. 

In Italia e in altri Paesi dell’Unione europea l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili è entrato in vigore il 1° gennaio 2022 (decreto legislativo 116/2020) ma anche in Toscana il servizio è ancora poco diffuso e male organizzato: i cassonetti sono pochi e solo in poche località funziona la raccolta di rifiuti tessili a domicilio su richiesta dell’utente (tra cui Pontedera, Ponsacco, Campi Bisenzio). In pochissime città è attivo un servizio di raccolta porta a porta a giorni fissi e nella maggior parte dei casi gli utenti devono portare gli abiti usati nei centri di raccolta, spesso lontani e scomodi.

Inoltre dal 1° gennaio 2025 in Europa è obbligatorio il recupero differenziato dei rifiuti tessili domestici (previsto dalla direttiva Ue 2018/85) come capi di vestiario, biancheria, scarpe, borse, stoffe, tende, coperte e tappeti. A spingere la raccolta ora potrebbe essere la normativa sulla responsabilità estesa del produttore (Epr), che impone ai fabbricanti di prodotti tessili di farsi carico della gestione dei rifiuti derivanti dai loro articoli, incentivando la progettazione di capi più durevoli e facilmente riciclabili.

Per il momento questi obblighi sono in gran parte disattesi mentre prospera il fenomeno dell’abbandono illegale. Nei territori che si estendono tra i Comuni di Prato, Carmignano, Montemurlo, Calenzano, Poggio a Caiano e Vaiano sono state abbandonate e smaltite illegalmente 819 tonnellate di rifiuti tessili nel 2024 e 252 nei primi quattro mesi del 2025, secondo i dati comunicati direttamente dalla Procura di Prato. Si tratta di rifiuti che spesso vengono dati alle fiamme, come capita non di rado nell’area di via Brugnani, a Prato: “Nei processi penali il trasporto abusivo di rifiuti di natura tessile risulta essere stato curato da trasportatori non iscritti all’Albo nazionale dei gestori ambientali, che prelevano i rifiuti dalle aziende per smaltirli illecitamente”.

Gli abbandoni di rifiuti in tutta l’area della Toscana centrale costano alla collettività circa 20 milioni di euro l’anno. Il modello economico attuale del settore tessile, basato su iper produzione e consumo rapido, ha un impatto devastante. La produzione di fibre tessili richiede enormi quantità di risorse: ogni anno vengono utilizzati 215 trilioni di litri d’acqua (pari a 86 milioni di piscine olimpioniche) e il settore è responsabile del 2-8% delle emissioni globali di gas serra.

A valle della raccolta le città stanno provando ad attrezzarsi per potenziare gli impianti di selezione e riciclo dei rifiuti tessili grazie anche ai finanziamenti del Pnrr. Il progetto più importante in Toscana è il Textile Hub di Prato la cui costruzione, a opera dell’azienda pubblica Alia, dovrebbe concludersi nel giugno 2026. L’investimento sfiora i 30 milioni di euro.

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