Rifiuti e riciclo

Rifiuti urbani, in Toscana troppe discariche e poca economia circolare

Discariche, inceneritori, economia circolare, Toscana ambiente.
Dal Rapporto Rifiuti Urbani Ispra edizione 2020 sorprendono i dati sui rifiuti che finiscono ancora nelle discariche, negli inceneritori o all’estero.

 

di Marcello Bartoli

Secondo i dati generali pubblicati online attraverso il Rapporto Rifiuti Urbani Ispra edizione 2020 le raccolte differenziate in Toscana passano dal 56,1% al 60,2%, al di sotto della soglia del 65%, indicato nel 2012 come target. Il dato ci porta ad essere la prima Regione ancora sotto la media nazionale. Considerato che la Toscana ha un tasso di raccolte differenziate simile alla media nazionale, è ragionevole pensare che anche il tasso di riciclaggio sia simile, ovvero pari al 46,9% sul totale dei rifiuti.

La Toscana esporta 212.000 tonnellate di frazione organica fuori regione, è dunque la regione che ne esporta di più dopo Campania e Lazio. Esporta poi all’estero circa 30.000 tonnellate di rifiuti trattati negli inceneritori. L’utilizzo di inceneritori per la quasi totalità dei rifiuti non riciclabili sembra accompagnarsi a un processo di graduale abbandono di questo tipo di gestione che dovrebbe produrre i suoi effetti nei prossimi anni. Gli inceneritori erano 7 nel 2013, ne solo rimasti 4 (per 2 dei quali è già stata annunciata la prossima chiusura).

La Toscana incenerisce circa 230.000 tonnellate di rifiuti propri ma esporta rifiuti e utilizza ancora troppa discarica. Le discariche toscane infatti assorbono nel 2019 almeno il 34% dei rifiuti urbani prodotti. Vengono mandate in discarica (trattati) 769.000 tonnellate di rifiuti urbani. Sarà interessante seguire gli sviluppi della gestione dei rifiuti urbani a livello regionale alla luce degli annunci del governatore Eugenio Giani e dell’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni sulla necessità di realizzare un piano di economia circolare per trasformare i rifiuti in risorsa e aiutare i settori produttivi verso la transizione verde.

Sullo sfondo ci sono l’ingresso di Iren nella partita dei rifiuti toscani con un’operazione da 121 milioni di euro e questioni spinose da risolvere come l’ampliamento della discarica di Podere Rota a Terranuova Bracciolini o le accuse di presunto illecito smaltimento di rifiuti liquidi che hanno colpito la Scapigliato Srl. Rimane palese la necessità di un’industria dei rifiuti verde, che possa diventare perno di economia circolare generatrice di ricchezza e lavoro, per uscire fuori da logiche di gestione che contemplano ancora inceneritori, discariche e l’esportazione dei rifiuti.

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