Rifiuti e riciclo

Scarti tessili, gli industriali di Prato alla Regione: basta rinvii

scarti tessili
Il problema dello smaltimento sta mettendo in grande difficoltà le aziende. Il sindaco di Prato: non si possono lasciare i sacchi accumulati nei magazzini.

 

PRATO – Rifiuti tessili, come smaltirli? Il problema, che sta mettendo in grande difficoltà le aziende del distretto pratese, è stato al centro di un acceso botta e risposta tra le associazioni economiche dell’area, con il sindaco di Prato Matteo Biffoni da una parte e la Regione Toscana con l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni dall’altra.

Facciamo un passo indietro. Dal 1° gennaio 2017 gli scarti della lavorazione tessile sono passati dal regime di RSU (Rifiuti solidi urbani) a quello di “rifiuti speciali non pericolosi”. Lo smaltimento è dunque a carico di chi li produce. In Toscana però scarseggiano gli impianti che possano accogliere questi materiali e la situazione si è aggravata dopo la chiusura della discarica del Cassero.

Causa scatenante del diverbio di questi giorni è stata l’ennesimo rinvio dell’incontro tra Regione  e associazioni, convocato per affrontare un problema che sta mettendo in grande difficoltà le imprese del distretto. Dai primi di settembre era stato rimandato a giovedì 25 ottobre, ma la data è saltata di nuovo e adesso si parla della fine di novembre.
Una posticipazione mal digerita dalle tre associazioni economiche dell’area, Cna Toscana Centro, Confartigianato Imprese Prato e Confindustria Toscana Nord. “Riteniamo grave questo atteggiamento dilatorio della Regione mentre le nostre aziende continuano a vivere ogni giorno l’emergenza rifiuti e reclamano risposte concrete” dicono le tre associazioni. Risposte che non guardino solo all’emergenza ma anche nel medio e lungo termine per dare soluzioni definitive. “Non si può pensare di continuare a sotterrare rifiuti: bisogna dotarsi di infrastrutture come i termovalorizzatori che, nel pieno rispetto della salute e dell’ambiente, permettano di chiudere il circolo virtuoso dei rifiuti”.

E a proposito di ciclo virtuoso, Cna, Confartigianato e Confindustria fanno notare come non si parli più della classificazione degli scarti tessili come sottoprodotto anziché come rifiuto, che “consentirebbe di valorizzare quello che da sempre è un patrimonio del distretto pratese: il riciclo delle materie prime”.

Ancora più esplicito il sindaco di Prato Matteo Biffoni: “Siamo stati oltremodo pazienti, ora al presidente Rossi ribadisco che non è più possibile rimandare un incontro che è già fuori tempo massimo. Il tema più urgente da affrontare è quello dello smaltimento dei rifiuti e in particolare per Prato quello degli scarti tessili”. Il sindaco sposa le richieste di Confartigianato, CNA e Confindustria: “Esiste il diritto di chi lavora ad avere un servizio adeguato ed esiste un problema ambientale urgente. Lasciare i sacchi fermi e accumulati nei magazzini, non trovare una soluzione idonea, non approvare un Piano rifiuti adeguato con le esigenze della regione significa mettere a repentaglio la salute dei cittadini e i diritti di imprenditori e lavoratori”.

Molto dura la replica dell’assessore all’Ambiente Federica Fratoni: “Il sindaco Biffoni non ha ancora chiara la differenza tra rifiuti urbani e rifiuti speciali. I primi sono oggetto di un servizio pubblico pianificato dalla Regione; i secondi, tra i quali rientrano anche gli scarti tessili, sono appunto scarti di un processo industriale e il loro smaltimento è compito prioritario di chi li produce”.  Fratoni sottolinea come la Regione abbia avviato da tempo un tavolo di confronto con gli imprenditori del distretto tessile pratese sui temi dell’economia circolare per cercare di recuperare la massima quantità possibile di materiale. Sarebbe questo l’ambito nel quale presentare progetti “finalizzati alla chiusura del proprio ciclo produttivo con lo smaltimento degli scarti”.

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