L’hanno individuato questa mattina i volontari e le volontarie del WWF Massa Carrara all’interno di uno stabilimento balneare.
di Iacopo Ricci
11 giugno 2025
MARINA DI MASSA (Ms) – È stato scoperto questa mattina sulla costa apuana il primo nido di tartaruga marina della Toscana. A fare l’eccezionale ritrovamento i volontari e le volontarie del WWF Massa Carrara che dal 1° giugno ogni giorno fin dalle prime luci dell’alba perlustrano le spiagge alla ricerca delle fatidiche tracce.
Il nido, informa il WWf, si trova in località Poveromo (Marina di Massa) all’interno del bagno Henderson che ha accolto la notizia con grande entusiasmo e disponibilità. Come da prassi in questi casi è stata subito informata Arpat – l’Agenzia regionale di protezione ambientale – che coordina tutte le realtà in Toscana che si occupano di monitoraggio e tutela dei nidi. Sempre in mattinata è arrivata sul posto la biologa Cecilia Mancusi del settore mare di Arpat che ha verificato la presenza delle uova, dopo di che il nido è stato messo in sicurezza.
Tutto lascia sperare che anche quest’anno si possa replicare il record del 2024 che ha visto 24 nidi individuati sulle spiagge toscane con oltre 1.500 esemplari nati. l nidi furono localizzati su tutta la costa ma principalmente sui litorali delle province di Livorno (12 nidificazioni) e Massa (6 nidificazioni), seguiti dalla Versilia con tre nidi tra Forte dei Marmi e Viareggio. Il boom di nidificazioni del resto si è registrato anche a livello nazionale con la bellezza di 601 nidi sulle coste italiane.
Per la comunità scientifica la Toscana rappresenta il limite settentrionale di nidificazione di questa specie, anche se la scorsa estate alcune tartarughe hanno nidificato persino in Liguria. L’incremento dei nidi scoperti è legato sia all’aumento delle temperature per i cambiamenti climatici, che ha favorito l’ampliamento dell’area di nidificazione della Caretta caretta, sia ai maggiori sforzi di monitoraggio lungo le coste italiane che permettono di individuare e proteggere sempre più nidi.
Ma il risultato è frutto anche del lavoro straordinario di tante associazioni e gruppi che operano con i propri esperti e volontari per individuare e proteggere i nidi, dal momento della nidificazione fino all’entrata dei piccoli in acqua.

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