Ecosistema

Shock estivi, Lipu Firenze: “Fondamentale il ciclo dell’acqua verso le falde”

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Foto di Daniela Burrini

“Contro la siccità e i nubifragi occorre puntare al ripristino del ciclo dell’acqua verso le falde attraverso la rinaturalizzazione del territorio”.

 

di Daniela Burrini, delegata Lipu Firenze
27 agosto 2022

Il caldo estremo e persistente di questa estate 2022 è stato seguito da piogge torrenziali e trombe d’aria in un clima tropicale che lascia poco spazio ai negazionisti del riscaldamento globale. La siccità e i nubifragi sono le facce della stessa medaglia, l’aumento dell’energia del sistema – l’acqua del mare ha temperatura media più alta di 5 °C rispetto alla norma – si scarica generando fenomeni distruttivi. Gli incendi conseguenza della siccità distruggono le campagne e i boschi. La natura è sotto stress, l’agricoltura è messa in ginocchio, le città sono inondate, i danni a persone, animali e cose sono ingentissimi.

Poca acqua o troppa acqua. Sono fenomeni collegati, difficilmente gestibili nelle manifestazioni più estreme, ma le conseguenze negative possono essere attenuate con opportune soluzioni che rendano il territorio più “accogliente” per l’acqua.

Le soluzioni che vengono prospettate per contrastare gli effetti della siccità – mille invasi artificiali per intercettare l’acqua piovana –  sembrano quelle giuste ma peccano di una visione miope e di una parziale analisi delle cause. Il Piano invasi di Anbi e Coldiretti da solo non basta se non viene invertita la tendenza all’artificializzazione del territorio. Ogni secondo si verificano 2 metri quadrati di perdita di suolo fertile, pari a 70 chilometri quadrati l’anno, ci dice il Rapporto consumo suolo di Ispra 2021.

Foto di Daniela Burrini.
Foto di Daniela Burrini

Occorre puntare al ripristino del ciclo naturale delle acque, dove l’accumulo è soprattutto nelle falde, sottraendo l’acqua alla superficie e rendendola al suolo da cui infiltrerà in falda, ripristinando la sua funzione e i relativi servizi ecosistemici. Come e più di ogni estate gli incendi hanno flagellato i boschi esponendo i terreni al dilavamento, per contrastarli sono autorizzati tagli preventivi della vegetazione boschiva ma il timore è che senza la necessaria competenza e controllo si determini un danno ulteriore aumentando il problema del dilavamento.

Anche i terreni coltivati rivestono un ruolo importante nel ciclo delle acque: il paesaggio storico toscano che alterna campi coltivati a porzioni con vegetazione naturale con siepi divisorie, boschetti e fossati, in un insieme – agroecosistema – capace di fornire numerosi vantaggi ecologici all’ambiente e alla stessa agricoltura, sta cedendo il passo alle monocolture a vite, senza più terrazzamenti e con i filari disposti perpendicolarmente al fondo valle che non trattengono l’acqua piovana.

L’impermeabilizzazione del suolo da una parte e il dilavamento dei terreni dall’altra non permettono all’acqua piovana di infiltrarsi nel terreno con la conseguenza che scorrerà veloce verso i corsi d’acqua aumentandone la portata fino a picchi di piena ed esondazioni. La gestione del suolo e il ruolo della vegetazione sono fondamentali per la mitigazione del duplice problema siccità ed esondazioni. La Lipu ritiene indispensabile che sia promossa la rinaturalizzazione del territorio finalizzata alla gestione del ciclo delle acque per il benessere della natura che comprende tutte le forme di viventi piante, animali e uomo.
I fattori su cui intervenire sono molteplici e correlati:

Vegetazione
Rinaturalizzazione dei corsi d’acqua rendendo inondabili porzioni di territorio contiguo, in aggiunta alle casse di espansione che sono opere artificiali di discreto impatto;
forestazione dei bacini imbriferi e corretta gestione dei boschi;
piantare alberi nelle città.

Agricoltura
No alla banalizzazione del paesaggio con estensioni di monocolture;
mantenimento e ripristino delle fasce di vegetazione spontanea che inframezzano i campi coltivati;
ripristino dei terrazzamenti, dei fossati e di piccoli bacini;
combattere l’artificializzazione del territorio;
stop al consumo di suolo, all’asfalto;
impiego di pavimentazioni drenanti;
spazio per fossati permeabili di raccolta acqua ai lati delle strade e aree asfaltate;
aree verdi e parchi al posto di piazzali asfaltati anche per i parcheggi.

Sensibilizzazione dei cittadini e formazione degli addetti ai lavori
Piccoli e numerosi interventi diffusi sul territorio possono rallentare il deflusso e favorire l’infiltrazione, aiuteranno a diminuire la quantità di acqua che scorre in superficie, a mitigare il rischio di esondazioni, a costituire riserve idriche sotterranee per agricoltura e usi civili utili nei periodi di siccità. Come valore aggiunto saranno habitat adatti ad ospitare numerose specie di flora e fauna che andranno ad arricchire la biodiversità.

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