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Stop allevamenti intensivi, nei supermercati di Firenze le ‘offerte sconvenienti’ di Greenpeace

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Foto Greenpeace Gruppo locale Firenze

Volontari in azione per illustrare le conseguenze ambientali e sanitarie della zootecnia intensiva. Un meccanismo perverso che può essere spezzato.

 

di Iacopo Ricci

FIRENZE – Dai finti spot promozionali con l’invito a scoprire le “offerte sconvenienti” sul banco della carne ai “carrelli parlanti” che mostravano le conseguenze ambientali e sanitarie della zootecnia intensiva. Ieri a Firenze gruppi di volontari di Greenpeace sono entrati in azione in due supermercati, alla Coop di piazza Leopoldo e all’Esselunga di via Galliano, per chiedere di cambiare il modo di produrre il cibo e abbandonare il sistema degli allevamenti intensivi.

Non si può vivere sani in un pianeta malato, l’ha detto anche papa Francesco. Mentre i governi lottano contro le conseguenze della pandemia non sembrano intenzionati per ora ad affrontare il nodo perverso che lega allevamenti intensivi, deforestazione e inquinamento. Il meccanismo di produzione industriale del cibo a basso costo non solo sta distruggendo il pianeta – si pensi agli ettari di Foresta Amazzonica che ogni giorno vengono sostituiti da coltivazioni estensive di soia per mangimi – ma, com’è dimostrato, favorisce i salti di specie (spillover) di virus e batteri dagli animali agli esseri umani.

Negli allevamenti intensivi tanti animali sono costretti a vivere in spazi ristretti – spiega Simona Savini, campagna Agricoltura di Greenpeace Italia – un ambiente ideale per il proliferare di agenti patogeni come i coronavirus e i virus dell’influenza. Anche se non compare in etichetta, il rischio di nuove epidemie è un prezzo troppo alto da pagare per continuare a produrre sempre più carne a basso costo”.

Ma secondo Greenpeace invertire la rotta è possibile. L’associazione ambientalista chiede al Governo di usare i fondi pubblici “per accompagnare una transizione ecologica del settore, sostenendo economicamente le aziende che producono su piccola scala e gli allevatori che intendono uscire dal modello intensivo riducendo anche il numero degli animali allevati”.

Intanto un primo risultato è stato incassato. La settimana scorsa gli attivisti di Greenpeace hanno manifestato davanti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) riuscendo a strappare un incontro con il ministro Stefano Patuanelli, che si è mostrato favorevole al confronto sulle proposte dell’associazione per superare il problema degli allevamenti intensivi italiani.
Link alla petizionestopallevamenti.greenpeace.it

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